TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


Mkiwa 25.02.1994, PASQUA

(16 circolare)

Carissimi Amici e suore, tutti voi che ci seguite.

 

Qualcuno ci ha scritto che le nostre notizie dalla Missione arrivano sempre più raramente e allora quando scrivo più a lungo spero che non farete troppa fatica. Tanto chi deve fotocopiare, quanto chi dovrà leggere.

            Non avendo ricevuto la copia della lettera spedita l'ultima volta e, non volendo ripetermi con notizie, forse già conosciute, vi racconterò come abbiamo vissuto qui il Natale.

Intanto con noi c'era Sr. Jolanta Olech, la vicaria della Nostra Madre Generale e questa presenza è stata tanto benefica per noi, perché ci ha fatto sentire più unite a tutti, sorelle di Congregazione e Amici benefattori.

            Ogni anno aspettiamo con una certa ansia la notizia se potremo avere la S.Messa a Natale. E, quest'anno si vede che il Signore era contento che Gli avessimo preparato la "casa" ed è venuto ad abitarci, nascendo nella nostra Missione.

Sono tre anni che facciamo il Natale a Mkiwa e questa è la prima volta che abbiamo potuto festeggiare così pienamente la Nascita di Gesù, nostro Salvatore.

La nostra cappella è risultata poco più grande della chiesetta del villaggio e poi... ci sono le luci, le quali fanno più festosa la liturgia e che permettono di leggere le letture anche a mezzanotte.

            Il tempo per la gente di qui, è tutta a disposizione di Dio, quando si è in chiesa. Non importa se si aspetta; se la celebrazione dura due, tre ore, perché tutti debbono prima confessarsi. E' festa per tutti! Tutti vogliono lasciare preoccupazioni e fatiche e godersi la festa, cominciando dalla celebrazione in chiesa. Prima di cominciare la S.Messa di mezzanotte, abbiamo acceso un grande falò. Per noi voleva significare la nostra fede e la nostra unione, mentre si aspettava la mezzanotte e intanto poteva anche servire alla gente che veniva da lontano, come un segnale del luogo di incontro. Anche se tira un po' di vento, non fa freddo e la pioggia ancora non viene, anche se già preghiamo perché il Signore ce la mandi. Nel grande silenzio della notte, le nostre giovani aspiranti e suore, cominciano a cantare le nenie di Natale, mentre in chiesetta, si cantano i canti penitenziali mentre ci si confessa. Quando si avvicina la mezzanotte ci dirigiamo tutte verso la nostra cappella. La folla è numerosa, e tutti i banchi sono già occupati, ma anche tutti gli spazi possibili, perfino sotto l'altare e tra i banchi vicino alle loro mamme sono pieni di bambini. Ci sono cristiani cattolici e protestanti e anche alcuni musulmani. Tutti sono vestiti a festa. Ciascuno - secondo le proprie possibilità - si è procurato qualcosa di nuovo da indossare, fosse pure solo un cappello o un fazzoletto per coprire la testa. Le donne con i capelli dalle acconciature davvero artistiche, mai una uguale all'altra, sono sfavillanti di colori, nelle loro kange. Tutti cantano, pregano, partecipano e quando la celebrazione arriva al "Gloria" e le nostre tre suore africane, portano - sostenendolo in alto - Gesù Bambino all'altare, la gioia esplode con tuta la forza, tra grida, suoni di cembali e tamburi, versi caratteristici di esultanza e campanelli vari... E' proprio festa! Bisogna dire che l'africano l'ha nel sangue la musica e tutti partecipano, mentre i bambini seguono il ritmo anche se sono in braccio alle loro mamme, saltellando. Nessuno rimane estraneo alla celebrazione, con espressioni ed atteggiamenti oranti.

Ma chi, ditemi, può dare la speranza di un futuro più bello e felice? Chi, un poco di gioia vera, a questa povera gente? Gesù è venuto per voi - dice il sacerdote - ed è venuto perché la vostra gioia sia piena! E questa gente semplice, umile, povera sa godere della propria fede! In mezzo a tante difficoltà, riceve nella fede, ancora la forza di andare avanti, perché sa che c'è un Dio che salva e nel quale possono avere fiducia.

Un brivido di commozione attraverso anche il nostro cuore, perché Gesù è qui e come questa gente è povero: non ha una casa, ma solo una capanna - come loro - non ha un letto, ma solo un poco di paglia - come loro - forse c'è qualche cartone in più ! Come questa gente, Gesù dorme in compagnia di mucche e asini e... capre. Almeno, nelle notti umide e fredde le bestie emanano un poco di calore assieme al puzzo che tutti si portano sempre addosso durante il giorno...

La raccolta delle offerte, mi commuove sempre, ogni volta che partecipo alle celebrazioni o preghiere senza il sacerdote. E' un gesto che tutti desiderano fare, giovani e adulti... si mettono in fila e vanno a deporre, più spesso solo uno scellino... come "il soldino della vedova" per i bisogni di chi forse domani ha più bisogno di loro. A volte queste raccolte diventano due e tre nella stessa celebrazione e per intenzioni diverse, ma questa gente tanto povera sente il bisogno della condivisione. Come quel vecchio di cui vi ho già parlato, il quale sviene in chiesa  perché non ha mangiato, ma in mano stringe il suo soldino, uno scellino per l'offerta! Non è commovente? Dopo la celebrazione c'è fuori della chiesa l'incontro tra conoscenti e parenti e lì si raccontano ciò che è avvenuto nella loro vita di dolori e fatiche. Nessuno ha fretta di tornare a casa e anche il missionario approfitta di questi giorni per risolvere i loro problemi, per dare notizie della Chiesa e orari per i catecumeni, i battesimi, i matrimoni...

            Vi ho raccontato del nostro Natale. Ormai da voi aspetterò le notizie di come avrete vissuto la S.Pasqua. Infatti, vi scrivo, anche per inviarvi gli AUGURI per una Pasqua così sentita, partecipata e autentica - come e più ancora - del Natale nostro 1993! Auguri! che Dio vi doni la grazia di scoprire sempre più il senso della celebrazione Eucaristica, la gioia della festa semplice, la ricchezza del Vangelo, l'esultanza della Resurrezione di Cristo Gesù.

                                                                                                                     Preghiamo reciprocamente vi saluto tutti

                                                                        suor Rita e Comunità Orsoline

 

 


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