TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


Itigi, novembre 1990

                                                                                                 ( 2 circolare )

 

Carissimi, sorelle e collaboratori

 

                Questa circolare vorrebbe essere una riflessione fatta assieme a voi,o comunque una voglia di partecipare i sentimenti e i desideri che circolano in noi in questi giorni. Prima di tutto ringraziamo il Signore che vediamo all'opera in maniera molto visibile, nel senso che noi facciamo un programma e subito Lui arriva e cambia tutto... Così per la casa -che ancora non arriva,così per il corso,che non abbiamo potuto fare,così per il residence di sr.Incor, così per il lavoro che le suore hanno cominciato a fare. Qualcuno potrebbe dire: ma sono tutte le situazioni che vanno al contrario e vorreste dire come quel santo (di cui non ricordo il nome)"ti ringrazio,Signore che le cose non vanno a modo mio". Ed è proprio così,perché dopo vediamo che: la casa non arriva e noi possiamo stare assieme per riflettere e prepararci con la preghiera al servizio... Se facevamo il corso,dovevamo stare lontane per tre mesi,se non stavamo assieme non potevamo pensare come organizzare la nostra Missione con la gente e così via... Perché "le sue vie non sono le nostre".L'attesa poi ci fa esercitare la fede e fiducia che il Signore certamente provvederà! Egli è all'opera! Ed ora vogliamo dirvi quali sono i nostri pensieri per organizzare concretamente il nostro servizio fra la gente. Sul posto si comprendono le cose diversamente e anche se nella nostra mente c'era un piano determinato per il lavoro, come poi metterlo in pratica,è un'altra cosa. Come? Si vedono le situazioni: 1-Eravamo partite con l'idea di fare un centro sanitario ed educazione sanitaria alle mamme; 2-di fare un progetto agricolo anche se minimo... Vediamo l'urgenza della prevenzione e alfabetizzazione. Stiamo lavorando per ottenere il permesso per il servizio sanitario-dispensario. Lo stato tanzanese infatti ha delle leggi che vuole siano osservate... Dovremo pensare a fare dei gabinetti all'aperto e lontano dal nostro abitato,per la gente che viene per prendere le medicine e per le visite. Dobbiamo vedere bene se la distanza della nostra casa dal Centro è sufficiente, secondo quanto viene richiesto. Abbiamo un amico dottore africano che ci sta aiutando ed è già venuto due volte per parlare con il dottore-pure africano, che ce lo ha fatto conoscere e per parlare con noi... Ci ha portato il modello di un dispensario che viene richiesto dallo stato. Dovremo verificare ciò che noi abbiamo... Il permesso generale,intanto,lo abbiamo ottenuto. Potremo perciò frattempo fare le modifiche richieste. La gente è tanto buona. Ha grande bisogno di dispensario e allora,ci dice il dottore: non ci saranno problemi! L'educazione sanitaria dovrà cominciare dall'insegnamento come fare le latrine-vicino,ma non troppo alle abitazioni... Come lavare i recipienti nei quali cucinano,perché molto spesso li lasciano sporchi,alle mosche e poi li usano così come li ritrovano... Come  e cosa cucinare,sopratutto per i bambini i quali perché denutriti,prendono facilmente le malattie infettive. Dovremo far capire che i rapporti sessuali non debbono cominciare a 12-14 anni,perché facilmente prendono l'Aids...(nelle scuole,infatti,si chiede di cominciare dovunque questa educazione perché questa malattia dilaga. Lo Stato permette la pillola, non l'aborto,ma educare all'amore è altra cosa e noi dobbiamo pensare anche ad insegnare i metodi naturali alle mamme. La fame prostra e scoraggia. Le famiglie dove c'è un genitore che lavora e magari con cinque figli,prende al mese dai 10 ai 14 $. Come può sfamare moglie e figli e cercare di vestirli ?... ma quanti ce ne sono che non hanno un lavoro, un mestiere. E' desolante,ma   anche una     grande responsabilità per noi,si capisce,che abbiamo troppo! Dovremo cominciare dall'alfabetizzazione perché altrimenti come potremo farci capire,come potremo insegnare qualcosa di più,qualche mestiere... E poi,alfabetizzando mettiamo la gente in grado di pensare di sé più positivamente. Potremo insegnare a vivere facendo ricorso alle proprie capacità di iniziativa,alle proprie risorse,per affrontare i problemi quotidiani,cercando di sfruttare anche le risorse dell'ambiente nel quale vivono. Quanta differenza si nota già nelle persone che sono cresciute vicino ai missionari ed hanno capito che anche loro potevano fare per sé ciò che avevano visto nella Missione! Paolo VI diceva:"un analfabeta è uno spirito sottosviluppato. Saper leggere e scrivere;acquistare una formazione professionale è riprendere fiducia in se stessi e scoprire che si può progredire assieme agli altri."(n. 35 PP). Far capire che si può progredire assieme agli altri in maniera concreta è lo stimolo che dovrebbe far scattare il progetto agricolo che sta diventando centrale nei nostri piani di lavoro. Lo vediamo tanto importante quanto lo stesso servizio sanitario. Lo vediamo centrale come lavoro di prevenzione perché se i bambini non mangiano,neppure le medicine potranno aiutare... le malattie infettive sono all'ordine del giorno,per la forte denutrizione mancano le difese nell'organismo e i bimbi muoiono... Oltre la mancanza d'igiene,di medicinali,c'è la fame. Lo stesso presidente della Tanzania aveva progettato un piano di "promozione umana" cominciando dal piano agricolo che lui chiama UYAMAA - vivere insieme, fraternamente, aiutarsi collaborando uniti per il bene comune. Si tratterebbe di aiutare la gente del villaggio a lavorare la terra a turno (procurando loro semi,concimi ed attrezzi...) e il raccolto verrebbe poi distribuito ai bambini denutriti, agli anziani soli e nei periodi di siccità ai più poveri. Questa idea l'abbiamo fatta un po nostra. Vogliamo fare questa " terra UYAMAA" una per le esigenze descritte,un'altra solo per i bambini,facendo lavorare le loro mamme. Naturalmente dobbiamo cercare chi possa fare un certo addestramento in campo agricolo a queste persone,con un minimo di competenza... Ci stiamo pensando e intanto facciamo i contatti per cercare il coinvolgimento delle persone del villaggio-le più influenti per la sensibilizzazione e in generale la gente che porterà avanti il lavoro. L'utilità piuttosto immediata e concreta, forse spingerà la gente a seguirci... I bambini si nutriranno, la gente potrà mangiare,leggere e scrivere. Se riusciremo a far lavorare anche vicino la propria capanna un pezzetto di terra, avranno l'indispensabile fabbisogno personale. Diciamo che siamo venuti per i più poveri... Non li dobbiamo cercare,e perciò dobbiamo fare tutto quello che possiamo per aiutare questa gente. Sono pur nostri fratelli... oppure lo diciamo soltanto durante le nostre preghiere dei fedeli alla domenica in chiesa ? Il dovere del cristiano è solidarizzare con i più poveri e allora questa solidarietà dovrebbe sfociare nella decisione di condividere (singolarmente)i propri beni-destinando una percentuale del reddito a chi muore di fame o vive nell'indigenza più degradante. Mi vengono in mente quelle persone che già hanno fatto questa decisione e con tutto il cuore desidero ringraziare anche a nome di questa gente: Grazie infinite ! Un altro problema che dovremo al più presto affrontare è l'accoglienza di nuove generazioni per la nostra Congregazione. E' passato solo un mese da quando siamo venute qui e già abbiamo ricevuto circa 20 domande di annessione alla nostra Congregazione. Non possiamo accoglierle, perché non abbiamo dove far dormire queste ragazze. Alcune sono disposte a lasciare il lavoro che stanno facendo, desiderose di venire al più presto. Dobbiamo pensare a costruire almeno un capannone come dormitorio, ma manca il materiale di costruzione. Il cemento non si trova e... costa caro! Noi tuttavia abbiamo bisogno al più presto di questa rudimentale costruzione,perché è indispensabile ! Per il lavoro che vogliamo fare con la gente abbiamo bisogno di braccia che ci aiutino e di teste che la pensano come noi. Il personale laico lo dobbiamo cercare. Anzi,non lo dobbiamo cercare,perché abbiamo già diverse richieste di lavoro,ma altro è essere parte della comunità,altro è essere persone che vengono solo per lavorare ad ore stabilite. Vedete in un mese quante prospettive si presentano e quanto lavoro abbiamo davanti a noi da dover organizzare e realizzare!? Ma siamo certe che se riusciamo a muovere la gente del villaggio coinvolgendolo in questa promozione personale,la troveremo anche più facilmente disposta ad accogliere il messaggio evangelico che è carico di contenuti di fratellanza,di condivisione di solidarietà e di amore per gli altri. Come Gesù che ha avuto compassione per i poveri e gli ammalati e li ha sollevati dalla loro situazione, sfamando e sanando,anche noi vogliamo fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per dare aiuto e sollievo a coloro che il Signore ci affida. Quando pensiamo al da fare,pensiamo contemporaneamente anche a voi che ci seguite in questa nostra Missione con la preghiera,l'amicizia,l'aiuto economico. Vi sentiamo qui con noi-anche noi missionari a Mkiwa - e nella nostra preghiera,passate uno per uno perché il Signore vi benedica e...intanto noi ci sentiamo più forti e più sicuri, perché assieme agli altri - a tutti voi - si può procedere uniti, con alla testa Lui, il Signore, e fare grandi cose.                                           

Ce lo conceda Dio, infondendoci la sua forza e donandoci il suo amore.

Un saluto con tutto il cuore a ciascuno e...  Buon Natale a tutti !

Sr.Rita

  

N.B. Tutto quello che vi viene in mente di poter fare per collaborare non fatevelo sfuggire, mettetelo in opera. GRAZIE

 


  inizio