TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


Roma, 10.02.2005

(60° circolare)

Carissimi Amici, Suore e Familiari tutti

 

Prima di ripartire desidero ringraziare tutti per l’accoglienza che mi avete dimostrata durante questo mio soggiorno. Avrei desiderato incontrare tutti, e per riuscirci mi sono adoperata molto, ma il tempo mi sfuggiva sempre, perché lo scopo del mio rientro in Italia era motivato dal lavoro con il dentista. Ho fatto non tutto, ma abbastanza, per ritornare al mio lavoro.

Sebbene mi sentissi a casa, tuttavia non riuscivo a distogliere il pensiero dalle immagini che mi ero portato dietro, negli occhi, nella mente e nel cuore.

 

Il pensiero non è riuscito a staccarsi, soprattutto dai volti dei bimbi. Occhi dolci e tristi sempre, anche quando ridono. I volti dei vecchietti con il loro passo stanco che ogni giorno vengono alla Missione per il pranzo; dei  lebbrosi, la cui stretta di mano ti lascia commosso e con tanta tristezza nel cuore, perché essa resta sempre a metà. Le dita sono quasi tutte mozzate e gli occhi spenti per la cecità, ma sorridono felici di sentirsi accolti con affetto. E le donne? Quante volte vengono al dispensario per partorire, ma non hanno la forza di collaborare con l’ostetrica perché non hanno mangiato da due giorni! “Hai mangiato?” “No, ma ho bevuto il the”.  Allora bisogna preparare in fretta qualcosa da mangiare, altrimenti  fino a quando si andrà avanti?

Come posso passare tra persone che per le feste natalizie hanno il carrello carico così, che non ce la fanno a spingerlo avanti? E penso alla  mia gente e alle sorelle delle nostra Missione, che per la festa vedranno tanta gente fare la fila vicino al cancello per avere almeno un poco di farina per fare la polenta e un poco di zucchero per i loro bambini...

Alcuni hanno la possibilità di venire a prendere un piatto di riso, ma gli altri? E mi domando: come sia possibile che - come diceva la mia mamma - “chi ha tanto e chi niente?“

 

Queste sono solo le mie riflessioni che vi comunico. Voi siete coloro che partecipate sempre con il vostro buon cuore a sostenere la nostra Missione e avete capito che è necessario aiutare chi sta peggio.

 

Siamo andate alla F.A.O. spinte da un’amica, per chiedere aiuto per un per un Progetto, ma fin quando avremo la possibilità di riuscire ad incontrare le persone responsabili a Dar, saltellando tra le strade di terra battuta e per preparare un “Progetto” (come ci hanno detto), non so quando tempo passerà e intanto i nostri fratelli continueranno a vivere sostenuti solo da chi ha il cuore sensibile ai loro bisogni.

 

Questo è il tempo della semina e la gente ormai ha quasi finito le provviste del raccolto dell’anno passato e so, che quando ritornerò i nostri poveri saranno dalla mattina alla sera vicino al cancello, aspettando qualche chilo di farina e le radici di cassava per la loro mensa. Grazie a Dio che possiamo condividere con loro ciò che abbiamo.

 

Potrei continuare su questo argomento, facendovi partecipi dei miei pensieri e delle mie preoccupazioni, ma mi sembra che sia bene a chiusura dell’anno 2004 raccontarvi quanto siamo riuscite a fare col contributo delle vostre offerte e Adozioni.

 

I bambini della “Casa della Speranza“ a Dodoma, aumentano sempre di più e con le vostre adozioni possiamo dare loro tutto ciò di cui hanno bisogno.

Per uno di loro, per ora, siamo riuscite ad avere le medicine per prolungare la vita, anche se il costo è abbastanza alto.

Inoltre:

-         abbiamo dato ogni giorno il pasto principale a 180 bambini dell’Asilo nostro e ad altri 70 ragazzi della scuola elementare vicina, come pure alle donne e ai malati che vengono nel dispensario;

-         complessivamente abbiamo aiutato dieci famiglie a ristrutturare le loro capanne e a mettere le lamiere al posto del tetto di paglia e fango. Questo servirà a far durare più a lungo le costruzioni delle loro capanne e ad evitare che i bambini dormendo a terra  quando piove, non assorbano troppa umidità;

-         per tre famiglie abbiamo dato il denaro per mettere le porte e le finestre, onde evitare che i serpenti, e altri animali, entrino in casa.

 

Con il vostro aiuto abbiamo ormai l’elettricità e quattro famiglie ne hanno approfittato per guadagnare, mettendo le macine per il granoturco e anche negli uffici della scuola abbiamo contribuito perché  ci sia l’elettricità. Alcune case si vedono illuminate.

Non contiamo le famiglie, alle quali abbiamo dato l’aiuto per comperare il granoturco per sfamare i  loro bambini.

 

Sentitevi felici, Carissimi anche davanti a Dio, per ciò che state facendo per i più poveri dei poveri!

 

Le famiglie che aiutano a far  studiare alcuni seminaristi pensino, che i loro sacrifici  daranno – un domani - sacerdoti alla nostra Chiesa.

 

Dio sia con voi tutti, per tutti i giorni di questo nuovo Anno 2005 e vi ricolmi delle sue benedizioni.

 

Suor Rita

 

PS:

Con i nostri bambini di Dodoma, dell’asilo di Mkiwa e degli altri, dei quali voi siete i loro genitori adottanti, desideriamo farvi gli auguri per questo nuovo Anno, mentre vi ringraziamo per il bene che fate loro. ”Asante sana”, che nella lingua locale significa: “grazie tanto“.

 

Con il contenitore sono arrivati doni per tutti: alimentari e regali. I bimbi sono vestiti a festa con scarpe e abiti nuovi. Queste occasioni fanno dimenticare le difficoltà quotidiane, perché si pensa che c’è qualcuno che non si dimentica di loro.

Abbiamo esaminato la quantità di mais a disposizione per essere sicuri che il necessario alimento non manchi, sia ai più vicini che agli altri poveri, che seguiamo con il vostro contributo. Penseremo a comperare ciò che manca…

 

Nuovamente saluti e grazie!

Comunità  delle Orsoline in Tanzania.

 


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