TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


Mkiwa, 25.08.05

(63° circolare)

 

Carissimi Amici                                                                                                                                                                 

 

Eccomi di nuovo a voi per farvi partecipi della giornata di ringraziamento per i dieci anni di lavoro con  i Bambini della "Casa della Speranza a Dodoma". Il 15 agosto - Festa dell'Assunzione al cielo di Maria, Madre della nostra speranza; a Dodoma  si sono raccolti vari amici per partecipare alla  concelebrazione della S.Messa di ringraziamento e anche per porre la prima pietra della nuova costruzione. Il Vescovo della Diocesi, Mons. Jude Thadeus Ruwa'ichi, cappuccino, ha presieduto la celebrazione nella preghiera fervorosa, festosa, con canti di un coro della città e con il suono di accompagnamento della banda, suonata dai nostri bambini (una banda fatta con i fusti della benzina tagliati e adattati secondo la grandezza, per dare i toni richiesti dalla musica), una delle invenzioni della gente di questo Paese che sa come arrangiarsi per ottenere ciò, che occorre e che industriandosi come può, riesce a fare a volte l'impossibile. Dopo la S.Messa, il Vescovo ha posto la prima pietra della nuova costruzione. Una seconda casa perché i Bambini sono in aumento ogni anno di più. Prima accoglievamo solo Bambini dai tre anni fino all'età scolare. Abbiamo visto, che bastava lasciarli un mese a casa loro per vederli ritornare smagriti e pieni di piaghe. Ora  vanno a casa - per non perdere i contatti con i parenti rimasti - una o due settimane e le altre due settimane vengono a Mkiwa, per le loro vacanze. Frequentano la scuola elementare vicina e si fanno anche onore, perché s'impegnano molto. I bambini aumentano perché ce li portano anche i Parroci, che conoscono il nostro lavoro. Ma, come dire a un Sacerdote che  ha raccolto una  bimba in lacrime in una capanna abbandonata, che noi non la possiamo prendere perché troppo piccola? La  Bimba è denutrita, non parla, non cammina, non vuole neppure mangiare. Piange solamente. Tutti gli altri le si fanno attorno  premurosi e ciascuno a modo suo vuole aiutarla. Ora Gemma parla, mangia molto, cammina, salta e canta e mostra la sua intelligenza, facendosi valere. E' una bambina felice e noi con lei!

 

In questi giorni ci hanno portato una bambina di 14 mesi. Il Vescovo l'ha chiamata Orsola. Ora Orsola crescerà con le suore che si prendono cura di lei, come in una famiglia.

La casa della Speranza era stata progettata per venti bambini: dieci femmine e dieci maschi, ma i soggetti hanno raggiunto il numero di trenta e le suore restringono sempre più lo spazio per loro. Dunque è nata l'idea di costruire una nuova casa. La costruzione sarà opera di benefattori italiani, dei quali personalmente non conosco neppure i nomi. L'iniziativa è partita da un frate Cappuccino, che abita nel suo convento non lontano da noi,  frate Francesco: è un missionario italiano che è in Africa da circa quaranta anni. Questo frate, avendo conosciuto il lavoro delle nostre suore, ha cominciato a portare i suoi ospiti a visitare la nostra "Casa  della Speranza". Così, l'idea è diventata una realtà.

 

In questo mese sono venuti da Firenze un gruppo di giovani maschi e femmine con il loro Parroco per lavorare alla costruzione come operai e frate Francesco fa da capomastro con altri operai africani.

Per la festa, la superiora della comunità ha invitato alcuni amici Tanzaniani che frequentano la nostra casa, offrendo anche loro di tanto in tanto ciò che possono.

 

Noi da Mkiwa abbiamo regalato, per riconoscenza  al convento dei Cappuccini, una statua di S Francesco, che ci era stata donata dalla Opera .Apostolica; troppo grande per le nostre cappelle, che invece ha dato grande gioia a frate Francesco che la metterà nella loro chiesa. La concelebrazione è stata presieduta dal Vescovo di Dodoma, con sei Sacerdoti. Il Vescovo anche egli Cappuccino cammina sempre con il saio e con i sandali. Brother Antony, venuto dal Canada, ha regalato parte dei mattoni e il Vescovo ha dato la ‘spinta’ ai presenti a regalare qualche sacco di cemento. Egli ne ha offerto cinquanta equivalenti a  5oo.ooo sh. Finora noi Orsoline, in questa costruzione non abbiamo offerto altro che acqua, per dissetare i  giovani  lavoratori i quali, nel tempo libero dal lavoro, vengono a giocare con i nostri bambini e questi insegnano loro il kiswahili. Anche due giovani tedesche hanno lavorato per tre mesi nella nostra casa lavando e stirando i vestiti dei bambini e giocando con loro e parlando con segni e con qualche parola che i bambini ripetevano nella loro lingua. Dino Toma che si trovava a Mkiwa per aiutare a  potare gli alberi, specialmente da frutta, ha partecipato alla festa e ha fatto una ripresa che, in seguito, si potrà vedere a Roma. Sarà bello vedere i bambini con una maglietta grigia con il volto di S.Orsola stampato nel davanti e di dietro, il simbolo della nostra Congregazione.

 

Ora  permettetemi di chiedere, a chi tra voi ne ha la possibilità, di partecipare a questa costruzione. Si  può richiedere a suor Giulia il N.del C.C.P. e di  scrivere la causale di ciò, che il vostro cuore vi detterà.

 

Sempre riconoscente e accompagnando ciascuno con la nostra preghiera vi salutiamo e vi auguriamo la ripresa del lavoro dopo la sosta delle vacanze estive, pieno di soddisfazioni e di pace.

 

Dio benedica le vostre Famiglie,

Cordialmente   suor  Rita e la Comunità


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