TANZANIA

Mkiwa - NATALE 2010

Carissimi amici tutti - familiari, suore

 

    A tutti voi il nostro affetto e il nostro ricordo insieme alla riconoscenza per il bene che ci permettete di compiere a favore dei poveri della nostra Missione.

Da alcuni mesi non ho scritto a voi.

   

    Abbiamo vissuto molto da vicino per qualche tempo il dolore con una famiglia con la quale ci conosciamo da ca. 40 anni. Ogni anno quando festeggiavamo con le nostre ragazze nella Casa Famiglia a Roma i Sigg.Grimaldi con la loro figlia erano sempre presenti ai cenoni di Natale. Dopo tante cure la sig.ra è tornata nella 'casa del Padre' dove di certo è stata accolta tra le braccia della misericordia di Dio. Nel giorno del funerale la famiglia ha voluto che al posto dei fiori la spesa equivalente fosse devoluta per nostra Missione. Un gesto di carità che, come dice la Sacra Scrittura "cancella i nostri debiti contratti con Dio" allo stesso modo come avviene per ogni atto di carità che facciamo... Mi sembra, che in Italia questi gesti si moltiplicano e spesso i regali che di soli si fanno agli sposi viene chiesto, invece di dare la lista come d'uso di evolvere a beneficio dei poveri l'equivalente di spesa che si vorrebbe spendere per il regali.

Spesse volte abbiamo ricevuto offerte dalle famiglie per qualche paraente che ha perso la vita in un incidente. Ci chiedono di pregare e noi prendiamo l'impegno di affidare nelle nostre queste persone alla misericordia di Dio. A me sembra che siano gesti che Gesù accoglie come doni fatti a Lui personalmente e così possiamo guadagnare davanti a Lui per la nostra vita futura ed aiutare i nostri defunti a diminuire il tempo che dovrebbero attendere per la purificazione personale prima di andare a godere per sempre in paradiso.

Siamo cristiani e crediamo ciò che la Santa Chiesa ci propone a credere.

Vorrei, inoltre, chiedere a voi tutti di pregare assieme alle nostre comunità in attesa del Natale del Signore nostro, Gesù.

Da domani comincia l'Avvento - tempo d'interiorizzazione del mistero della nostra fede in Cristo Gesù - nostra salvezza. L'Avvento è il tempo nel quale siamo inviati a ridestarci dal nostro torpore quotidiano per guardare con rinnovata fede a ciò che più essenziale nella nostra vita, pesare al nostro incontro con il Signore ora nella preghiera, nell'Eucaristia e quando Lui vorrà - nell'incontro definitivo della nostra vita.

Tieniti pronto - dice la Scrittura. Non c'è possibilità di prenotazione; possiamo impegnare, a massimo, le nostre iniziative ma, quando Dio ci chiama dobbiamo rispondere poter indugiare. Se aspetto qualcuno al quale sono affettivamente legato, di certo sarò felice incontrarlo e, se mi chiedesse di partire con lui, altrettanto mi dico pronto.

Restiamo in attesa di Gesù che viene in questo Natale 2010 con la lampada della nostra fede accesa.

Accogliamolo con gioia nei nostri cuori e nelle nostre case.

L'Amore dà senso a tutto e, se vivo nell'amore e per amore resto nella PACE e nella GIOIA.

BUON AVVENTO e FELICE NATALE del Signore assieme a Maria, Madre nostra che Gesù ci ha regalata dalla croce.

 

Cordialmente

-sr.Rita e le orsoline in Tanzania

PS: Scriverò presto notizie sulla nostra vita nella Missione.


Quest'anno come Auguri di Natale suor Rita ci ha dedicato anche questi pensieri:

"Carissimi - come li ho ricevuti così ve li trasmetto.

Mi hanno fatto riflettere molto.

Suppongo che anche voi li accoglierete volentieri per un anno migliore.

Con riconoscenza 

- sr.Rita

e le orsoline in Tanzania.

 


 

AUGURI   SCOMODI

 

Carissimi,

non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.

 

Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.

Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.

Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!

Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali

e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.

Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.

Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.

Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.

I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.

Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.

I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora,

vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.

E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.

Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

 

                                                                                    Tonino Bello


(questi auguri ci sono giunti in Italia dopo il ritorno della Nostra Madre e di sr.Giulia, il 3 febbraio 2011)