TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


 

Convegno  Internazionale sull’Africa

 

 

 

Nei giorni 14 – 16 maggio 2012 a Pontificia Università Urbaniana, con Sede a Roma, ha organizzato un Convegno Internazionale sul tema:  “In ascolto dell’Africa: i suoi contesti, le sue attese, le sue potenzialità”, al quale hanno partecipato sr. Rita Fiorillo dalla Tanzania e sr. Danuta Benisz.

 

Il convegno era suddiviso in 6 sessioni, guidato da diversi relatori, prevalentemente africani, per parlare del loro continente e delle diverse problematiche attuali riguardanti la vita, lo sviluppo e il futuro dell’Africa.

E’ stata sottolineata più volte la dimensione dell’ascolto: l’Africa è stata ascoltata da una numerosa assemblea, composta dai rappresentati di diverse nazionalità, provenienze, stati di vita, ruoli, esprimendo la comunione e l’universalità della Chiesa. Sono state esposte diverse tematiche attuali riguardanti il continente africano, trattate da diversi punti di vista.

 Ecco alcune delle principali tematiche che sono state affrontate:

La prima sessione ha trattato il tema dell’Africa post-coloniale: dal grido dell’uomo bisognoso di liberazione alla responsabilità per il proprio domani.

Nella seconda sessione è stato affrontato l’argomento del cammino della formazione accademica nelle chiese africane, secondo la prospettiva filosofica, quella teologica e quella missiologica.

Nelle altre sessioni si è parlato molto dei contesti culturali e sociali, delle ricchezze umane e delle risorse.  E’ stata anche approfondita la nuova Esortazione Africae Munus, quale documento conclusivo del II Sinodo dei Vescovi sull’Africa.

L’ultima giornata era interamente dedicata alle prospettive per il futuro, parlando anche della collaborazione fra Europa ed Africa.

I temi sono stati trattati con grande sincerità, coraggio e senso di responsabilità, sottolineando che tutta la Chiesa è missionaria.

 

 

 

Riflessioni di sr. Rita Fiorillo dopo il convegno

 

    Che cosa abbiamo visto in queste tre giornate di incontri ?

 

    La bellezza della nostra Chiesa, la sua universalità composta dai volti di vari colori

Come un “giardino irrigato” dalla forza dello Spirito che non smette mai di operare per rendere la Sua Sposa sempre più splendente di luce … non di luce di lampade, ma della luce che viene dal  cielo.

Nell’aula magna dell’ Università Urbaniana il Volto della Nostra Madre Chiesa si è presentato come Gesù vorrebbe che fosse davanti al mondo intero:  Una, santa, cattolica e apostolica.  Questa è stata la prima impressione riportata partecipando a questo convegno

 

    Che cosa abbiamo ascoltato?

   

I vari interventi del relatori hanno voluto portarci a sentirci tutti fratelli, uniti come una grande famiglia, unita nell’amore.  Come figli di un unico Padre e fratelli di un unico Redentore Cristo Signore.

Non so se perché mi sento personalmente partecipe di questo mondo africano, che abbia sentito una forte risonanza per i contenuti che i vari relatori ci hanno presentato Le parole, gli esempi, gli aneddoti hanno catturato i miei pensieri. Certo è  che... una rinnovata passione per la missione della Chiesa, per l’evangelizzazione del popolo  ha preso tutta la mia persona.

 

Il grido dei figli dell’Africa che non vogliono più sentirsi schiavizzati, disistimati, emergeva da ogni incontro. Abbiamo sentito con gli africani il desiderio di collaborare alla loro crescita, poiché Dio Padre a questo popolo  non ha lesinato né doni né talenti.  L’africano desidera e chiede giustizia, rispetto, stima. Non vuole essere considerato popolo sottosviluppato come è stato da tempo chiamato.

Abbiamo sentito ripetere che l’Africa è il polmone spirituale dell’umanità ….che darà  un respiro nuovo alla nostra Chiesa. Il popolo africano non vuole essere considerato  estraneo al progetto che  Dio ha fatto per tutti i suoi figli,  siano essi bianchi o neri.

I valori che il popolo africano ancora conserva sono l’amore per la famiglia, l’unione con i loro defunti, l’accoglienza dell’altro, l’ospitalità …Qualche relatore italiano ha ammesso che spesso i cristiani, non essendo da molti anni entrati nella Chiesa cattolica, convivono con comportamenti ancora pagani, continuando con  pratiche che non sono cristiane. Poligamia, magie e credenze ancora pagane continuano ad essere in uso tra loro. Ancora continuano a credere nei consigli e nelle richieste dei loro avi.  E, mentre queste usanze, abitudini, credenze continuano a convivere nei loro animi, alcuni valori al contrario, vanno perdendosi, soprattutto nei giovani a causa dei mass-media.

La povertà,  il colonialismo, le ingiustizie, la tratta degli schiavi, hanno  indebolito il popolo e sebbene  la Chiesa guarda all’Africa con speranza, perché i cristiani –statistica alla mano - aumentano di numero ogni giorno. Spesso personalmente noi, guardando l’africano che vive nell’estrema miseria ci domandiamo da dove la speranza potrà venire da chi l’attende?

Da questa situazione concreta di oggi tra tanta indigenza, malattie, ingiustizie e sofferenze, come ci si può aspettare speranza? Auspicarla si !- prima di tutto per lo stesso popolo, per i bambini, per i giovani,  per gli anziani,… ma quando, per tutto il mondo?

In Africa l’amore per la vita è grande.  Le famiglie sono numerose, la gioia si  manifesta nelle feste e nella liturgia  tra danze e canti. La gioia e la danza è una delle caratteristiche del popolo africano. Molti vivono di poco e niente e tuttavia possono arricchire di gioia chi sebbene fra tanto benessere, di gioia ne ha poca. 

L’Africa ha bisogno di sentire che chi ha di più, faccia sforzi per condividere i beni che possiede e l’Africa anche da parte sua deve sforzarsi  per collaborare con responsabilità a questo cambiamento per una crescita autentica, non aspettando sempre aiuti dall’estero 

Mi è sembrato di sentire affermazioni a volte  più come possibilità,  come potenzialità future, piuttosto  che come realtà concreta di oggi  I Relatori in maggioranza africani hanno “esaltato” le possibilità  del loro popolo, ma più spesso si sono fermati all’esperienza del  loro vissuto - come territorio e come contesto culturale e, forse questo ha consentito di dare un’immagine e un volto non rispondendo alla realtà concreta di tutta l’Africa di oggi.  Si è molto parlato di una possibile situazione che migliori l’avvenire del popolo africano.  Noi ci auguriamo che questo popolo sappia usare i propri talenti,  con responsabilità piena,  per un futuro migliore e per se stesso e per la Chiesa. La Chiesa ha bisogno di tutti i suoi figli, dei  talenti di tutti e della responsabilità di tutti

Tutti, bianchi e neri, con altri figli dai volti e dai colori diversi, debbono mettersi a servizio del Regno di Dio. Ciascun battezzato deve prendere forza da Cristo nostra Speranza e nostra gioia.

La Chiesa non ha bisogno solamente della gerarchia, del clero, dei religiosi, ma di  cristiani laici preparati e desiderosi di collaborare con i doni ricevuti, per il futuro della nostra Chiesa, la quale come Sposa dello Spirito e come Corpo mistico ha una certezza che  ” le porte dell’inferno, non prevarranno mai contro di essa  ”