La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

Incontro di Rinnovamento del Centro Italiano - Roma, 7 - 8 gennaio 2005


 

 

 

... ringraziare ... offrire ... intercedere ...

 

 

di mons. Guido Mazzotta 

 

Anche questo tempo diventa Vangelo. Spesso ci lasciamo prendere dal pessimismo di fronte alle sciagure umane, spirituali, di questo tempo, perché pensiamo che tutto in questo mondo sia  contro la moralità, e non adatto al Vangelo… Gesù ha chiamato i suoi discepoli “sulla via del mare“. Li ha chiamati come su una autostrada dove c’è di tutto  e dove la immoralità è grande.

 

Proprio come oggi, il mondo era immerso nelle tenebre  e una luce spuntò tra le tenebre. Il mondo era avvolto nelle tenebre Popolo senza moralità ,che mescolava la fede  con il peccato Oggi siamo di fronte ad una grande dispersione: il Vangelo risuona in  una situazione di grande confusione.

Ma non c‘è situazione che non possa accogliere il Vangelo. Dove maggiore è il pericolo maggiore sarà la salvezza portata da Gesù che è venuto per i malati non per i sani.

La prima grazia del Natale  ci guarisce dal pessimismo, ci riconcilia con il mondo. E’ Dio che dice: Voi vi allontanate da questo mondo e io ci entro. Lo Spirito fa diventare spirito la materia. E’ la luce che dirada le tenebre: Dio a Natale accende una luce nelle nostre tenebre.

La luce trasforma le tenebre. Le nostre tenebre non hanno trattenuta la luce, ma non saranno capaci di inghiottire la luce, perché la luce non può essere inghiottita… Dove entra la luce essa inghiottisce le tenebre. Gesù mette questo seme e lascia che si radichi e che diventi albero. Questa è la speranza, perché ciò che Dio inizia lo porta sempre a compimento: Dio porta a termine la salvezza. Dobbiamo amare questo tempo e non dobbiamo lasciarci soffocare dal male che ci circonda.

 

Una luce si è levata; dunque dobbiamo percorrere questa Galilea delle genti. Evangelizzare e curare, come ha fatto Gesù. Dobbiamo spenderci totalmente in questo lavoro di guarigione. Questa è una visione delle malattie spirituali del nostro tempo. L’uomo di oggi è malato, perché ha perso il senso della vita, il senso di Dio. Gli uomini di oggi hanno perso  la bussola. Sono paralitici nella libertà, paralitici nel peccato. Dobbiamo spenderci in questo servizio di Gesù e ascoltare Lui, perché il Regno dei cieli è vicino: Proprio per te è venuta la luce e questa luce ci indica la  strada per servire Gesù nell’uomo di oggi, con passione e compassione.

 

Convertitevi: E’ questo ciò che chiede Gesù: la novità della vicinanza di Dio in noi orienta il nostro  sguardo, per portarci alla conversione e alla  passione  per Gesù.

Uno sguardo di fede sul nostro tempo, sulla nostra storia. Ci sono correnti   sottomarine e queste, sono le difficoltà da affrontare.

L’ottimismo non ignora le difficoltà, ma sa riconoscere quali sono quelle vere; anche questo tempo, la tua vita - per quanto tenebrosa - può diventare il tuo Vangelo. Accendiamo in noi la speranza! Siamo nell’anno della Eucaristia. La lettera del S. Padre “Mane nobiscum  Domine“è come un programma di vita spirituale, con il quale in modo concreto si può programmare un anno alla riflessione, dedicando due, tre mesi a una parte di questa lettera e poi ricominciare da capo. Il programma spirituale ci aiuta a fare unità nella nostra vita.

 

Il peccato è radice di divisione. La divisione è un attacco di Satana. L’unità dentro di noi ci fa sconfiggere il demonio; fare unità è necessario, perché noi siamo frantumati dentro di  noi, perché  - come dice s. Paolo la volontà si oppone alla sensibilità e viceversa. Fare unità dentro secondo la passione che ci divora. Assumere l’Eucaristia come centro di unità dentro ciascuno di noi. La lettura dell’ Esodo 33,7ss ci narra il modo di relazione di Dio con Mose e di Mosè con il suo popolo. Mosè va alla tenda del convegno e tutto il popolo si alza in piedi e lo segue. Mosè va a consultare il Signore. Quando si va a pregare, non si è mai soli. Portiamo con noi tutti coloro che ci sono vicino. Mosè rappresentava tutti e tutti gli affidavano i loro problemi. Sulla tenda scendeva la nube, che era il segno della presenza Dio in mezzo al suo popolo. La nube proteggeva e guidava Israele e Dio parlava a faccia a faccia con Mosè. La tenda è abitazione provvisoria e ci riporta alla precarietà della vita umana, perché non abbiamo qui stanza permanente… Ciascuno di noi è una tenda, dove Dio abita. Dio si lascia affascinare dalla nostra vita precaria. Il Natale è questo! Dio entra in questa precarietà. Sentire, che il Paradiso è una festa e che essa è bella e che questa vita  prepara la mia festa. Il Paradiso è il tesoro nascosto. Dio pure ha voluto una  sua tenda, come Sua presenza nella nostra vita, sulla terra. La  tenda è piena di simboli.

 

Oggi Gesù Eucaristia è la tenda dove egli abita carnalmente: Presenza reale, non simbolica. Maria Vergine è la nuova Arca dell’Alleanza. L’Eucaristia è la presenza reale di Dio nella nostra vita. Sta lì, nel Tabernacolo per riceverci.

Con Gesù tutte le nostre attività diventano preghiera. Abbiamo bisogno però, di distaccarci dalla vita di ogni giorno. Se non c’è questo distacco, non riusciremo neppure a capire la presenza di Gesù in mezzo a noi. Dove andare, dove trovare il Signore? Gesù dice: ”Qui mi trovi!“, e se vogliamo incontrarlo, dobbiamo andare là, dove Egli ci sta aspettando, là dove ci da appuntamento. Mosè andava nella tenda del convegno per consultare il Signore, chiedendo a Lui tutto ciò, di cui aveva bisogno di domandare. Io ho Gesù nel Tabernacolo, dove posso andare a consultare il mio Dio su tutto ciò che vivo. Visitare Gesù, come momento di incontro tra Lui e la mia vita.

 

Un altro aspetto dell’Eucaristia, è riversare su di Lui tutti i problemi, tutte le fatiche di tutte le nostre comunità, di  tutte le mie consorelle.

Il Signore parlava con Mosè, ma è Lui che fa l’ordine del giorno. Parlava a tu per tu, come un uomo con un altro uomo… L’Eucaristia è un incontro misterioso come ogni nostro incontro, perché anche tra noi abbiamo bisogno di avere la capacità di sapere  ascoltare,  per poter capire l’altro… E’ un incontro autentico non… come se… E’ un incontro misterioso, ma reale. L’Eucaristia è un incontro dell’uomo con Gesù: io accolgo Lui, come Maria lo accolse a Betania. E’ vero, che i nostri ministeri sono importanti, ma non dobbiamo confondere i mezzi con il fine. Importante è  incontrare Lui. Ascoltare la sua Parola e, lasciare fare a Lui. Questo è un incontro decisivo, realistico. Maddalena, quando è andata al sepolcro, cercava Gesù e, solo Lui. “Voglio vedere Gesù!”

Quando vado a consultare Gesù su tutti i fatti della mia vita, a Lui presento ogni mio problema. Egli mi consiglia, mi da la sua  forza, mi incoraggia.

 

L’Eucaristia è una azione di grazia, è un ringraziamento, perché è Gesù  che ringrazia il Padre suo. Durante l’esame particolare lavoriamo sul ringraziamento. Un cuore Eucaristico, è un cuore che sa ringraziare. Questo è riempire il cuore di aria pura.

 

Dio ci ha benedetto con ogni benedizioneuando vado a consultarlo su tutti ifatti dellamia vita ,Egli mi cinsigklia  e noi Lo ringraziamo, perché Egli ci ha benedetti per primo. Quando guardo la mia consorella, debbo dire “Tu sei una benedizione per me”. E ringrazio Dio per ogni persona che incontro, per ogni sorella. Il cuore così comincia ad allargarsi. Siate riconoscenti, dice S.Paolo e cioè, dite: ” benedetto sia Dio“.

Rallegrati  Maria! Ave, perché Dio ti ha fatto grazie.

Ci ha benedetto Dio per il destino a cui ci indirizza.  La tua terra, la tua patria è Dio, non il luogo dove siamo. Durante quest’anno facciamo tre, quattro settimane di ringraziamento. Ringrazia di ogni cosa che Gesù ti chiede… Ringrazia, perché sei benedetto; anche se questa difficoltà ti sembrerà insensata.

Io sono Colui, che dona la sua vita e tu devi vivere per me con me, come me.

Io mi offro e tu devi offrirti (Eb 5,7). Gesù prega il Padre con suppliche e lacrime “cum clamore valide“. Pregava Colui, che poteva liberarlo dalla morte.

 

La preghiera di Gesù è offerta sacrificale. Bisogna gridare con lacrime, quando si prega. Gesù nell’Orto impallidiva, tremava e si offriva… per una morte innocente. E fu esaudito per la sua pietà  (pietas). Esempio di Eucaristia Gesù  è “pio”, perché vive la passione con dedizione verso l’umanità e perché porta su di sé il Padre (eu-labea = portare sulle spalle). Accoglie  la volontà del Padre e  con cuore di figlio ha vissuto la sua crocifissione.

Fu esaudito per aver fatto l’offerta filiale al Padre. Da questa preghiera sacrificale nell’obbedienza, patì e imparò e fu reso perfetto.

 

Vai nella tenda dunque e Lui ti dirà: “offriti“, cerca la penitenza, ma non per tua iniziativa; le penitenze passive: fuggire una parola cattiva, un giudizio non buono… l’accettazione della vita comune, che per San Stanislao Kostka era “maxima penitentia“.

Offrire le difficoltà, fa diventare leggeri come gazzelle. Si acquista  libertà, serenità, buon umore. Quando sei triste, fatti aiutare dal corpo: ”Sono contento!” ripeti e, danza la tua gioia.

Ma alla passione di Gesù che cosa manca? La nostra partecipazione, che  trasforma il male in bene cioè: ringraziare, offrire, intercedere.

Il massimo della carità è pregare per gli altri, perché così si combatte il peccato dell’invidia. Intercedere per i desideri della mia consorella, trasformando la nemica in alleata. Il nemico è colui sul quale proietto il male che è in me. Amate i vostri nemici, fate del bene… cioè trasforma il rivale in amico.

Ritrovare la carità cordiale… Gesù offre se stesso e diventa salvezza per tutti, perché il Padre non può non  esaudirlo.

Intercedere. Mi siedo alla tavola dei peccatori. Dentro di noi dobbiamo cambiare. Mi metto a servizio della gioia degli altri.

 

Avere un cuore eucaristico vuol dire: ringraziare, offrire, intercedere.

 

Gesù invita sulla montagna i suoi discepoli per dare loro il mandato: “Andate in tutto il mondo e Io sarò con voi fino alla fine del mondo”: Dio con  voi, Dio con noi.

Ogni giorno è Natale, perché Gesù è sempre con noi, perché Dio è apparso per noi con la sua benevolenza. Sarà con noi tutti i giorni, fino alla consumazione dei secoli… mentre i tempi si stanno consumando; il nostro tempo va consumandosi…. Gesù dice: “Io sono con te“. Su questa presenza possiamo contare, perché tutto il resto svanisce. Il tempo ci divora e Dio è venuto per riscattare questa precarietà della nostra vita.

 

L’Eucaristia (Mat 6) è centro di carità, per ricostruire in noi l’immagine dell’altro.

Il peccato è divisione. Facciamo unità in noi di modo, che tutte le nostre facoltà: intelletto, volontà, affetto, memorie siano unite dentro di noi in perfetta armonia. Questo modo di fare unità nella nostra vita è vivere l’Eucaristia.


 

►N.B. riportato il discorso stenografando, ma non riveduto dall’Autore della conferenza.

 


RITIRI e Aggiornamenti