Dalla lettera di M. Jolanta Olech,

Superiora Generale delle Suore Orsoline S.C.G.A.

Varsavia, 3 maggio 2002, Festa di Maria Regina della Polonia

(...)

    Per intercessione della Regina della nostra Congregazione, rendiamo grazie a Dio per il grande dono che è la chiusura del Processo riguardante la vita di Daniel Gajewski salvato miracolosamente per intercessione della nostra beata Madre Fondatrice. Il 23 aprile u.s., alla presenza del Santo Padre, è stato promulgato il Decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione della Beata Orsola Ledóchowska. Il Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, presentando le cause di canonizzazione, della nostra Fondatrice disse che era una donna di eccellenti doti umane e spirituali. Eravamo presenti a questa cerimonia insieme a Sr. Teresa Dykier, che per oltre vent’anni collaborò con la defunta Sr. Magdalena Kujawska per la Causa della canoninzzazione.

   Questa Lettura Pubblica dei Decreti (così viene chiamata nel linguaggio  della Congregazione) ebbe luogo nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Furono presentati 19 decreti: quattro riguardanti le guarigioni per intercessione dei beati (un gesuita, chiamato patrono di Madrid, due fondatrici: la nostra Madre e la fondatrice delle Suore del Sacro Cuore e dei Santi Angeli e una carmelitana della Spagna);  due decreti riguardanti i martiri: tre sacerdoti di Bulgaria fucilati nel carcere dal regime comunista (la loro beatificazione avrà probabilmente luogo durante la prossima visita del Santo Padre in Bulgaria) e due catechisti laici dell’Uganda, uccisi per la fede nel 1818; otto miracoli per intercessione dei Servi di Dio (per la beatificazione) e sei decreti che riconoscono le virtù eroiche.

    Durante questa Lettura erano presenti i rappresentanti della Congregazione delle Cause dei Santi, i Postulatori  delle Cause e i loro collaboratori e gli ospiti invitati dalle congregazioni e dagli ambienti interessati. Dopo la promulgazione dei decreti era possibile avvicinarsi al Santo Padre. Gli ho espresso la nostra grande gioia e gratitudine e ho chiesto la benedizione per la preparazione alla canonizzazione. Il Santo Padre ha benedetto e ha detto sottovoce: “è una gioia, è una grande, grande gioia”…

    Che cosa vuol dire tutto questo? Il processo di canonizzazione, durato oltre 50 anni (1949-2002), è chiuso. Attendiamo ora la pubblicazione della decisione del Papa sulla canonizzazione della Beata Orsola e che vengano fissati la data e il luogo dell’atto della canonizzazione stessa. Quando? Attualmente non abbiamo dati concreti. Possiamo soltanto dire che l’attesa non dovrebbe superare poco più di dieci mesi. Il nostro desiderio è che la canonizzazione possa  svolgersi a Roma, che possa essere iscritta tra le celebrazioni del venticinquesimo anno del Pontificato (esso avrà inizio nel mese di ottobre p.v.), ma la decisione definitiva verrà presa dal Santo Padre. Indipendentemente però dalla data concreta dell’atto di canonizzazione, abbiamo dinanzi a noi, fino a quel momento, un tempo di intenso lavoro sia spirituale che quello riguardante la preparazione degli ambienti, con i quali siamo in contatto. Ho scritto più ampiamente su questo argomento nella lettera precedente.  Oggi voglio soltanto ricordare che la canonizzazione della nostra Fondatrice è una gioia, ma prima di tutto un compito per ciascuna di noi; la solenne conferma della via che stiamo seguendo, di quel cammino che alla Chiesa e al mondo può dare magnifici frutti di santità, se fatto con fiducia, con slancio e con perseveranza.

    Il Cardinal Karol Wojtyła nella lettera postulatoria scrisse: “L’opera della Madre Orsola perdura nella sua congregazione (…). La Serva di Dio, avviando la sua famiglia religiosa al servizio della Chiesa ed inserendola nell’ambiente dei più poveri e bisognosi, le ha aperto, quaranta anni or sono, [la lettera fu scritta nel 1968] le vie confermate dal Concilio Vaticano Secondo”[2]. E alcuni anni dopo, Giovanni Paolo II diceva: “La Beata considerava le sue figlie come le operaie attive di Cristo, che fanno scaturire l’azione esterna dalla profondità della fede vissuta. Non può esservi attività evangelicamente feconda senza il continuo ed intimo rapporto con Colui che è amore e vita”[3]. (...)


[1]              Testamento, p. 47.

[2]              Lettera postulatoria di Card. K. Wojtyła, Roma, 28.02.1968.

[3]              Discorso alle Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante durante l’udienza speciale a Roma, il 29 maggio 1984.