La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

Italia Le COMUNITA' in Italia


il Convegno a Collevalenza

dei Religiosi e delle Religiose d’Italia - dal 18 al 22 novembre 2019

Insieme senza esitare. La vita consacrata fra diversità generazionali e culturali.

 

   

 

          La vita religiosa in Italia, da alcuni anni, riflette sul tema dell’interculturalità e si chiede come passare dalla multiculturalità all’interculturalità. Le due parole non sono interscambiabili, ma rappresentano due concetti ben distinti.

La multiculturalità è un dato di fatto. L’interculturalità bisogna apprenderla, sforzandosi di trasformare se stessi sotto l’impulso di un’altra cultura. È un cammino di vicendevole arricchimento e di dialogo. Si tratta dell’unità nella diversità, dell’apertura, considerando l’altra cultura come un dono. Un altro attuale e importante tema è la sinodalità. Papa Francesco instancabilmente ci invita alla sinodalità come stile d’azione, atteggiamento che desidera per la Chiesa e, in essa, per la vita consacrata. Tutti e due i temi sono stati presenti al Convegno dei consacrati d’Italia. Il convegno si è svolto a Collevalenza nei giorni dal 18 al 22 novembre 2019.

 

   

         

          Erano presenti circa 180 partecipanti di diverse nazionalità, culture, lingue ed età. Le religiose rappresentavano la maggioranza, con una piccola percentuale di rappresentanti delle congregazioni maschili. Il posto dell’incontro da più di trent’anni è sempre lo stesso: Collevalenza, Santuario dell’Amore Misericordioso, fondato da Madre Speranza (beata Madre Speranza, mistica, morta nel 1983 a Collevalenza, instancabile apostola della Divina Misericordia). Ogni giorno abbiamo avuto le preghiere e la Santa Messa in cripta, dove si trova la sua tomba. Dappertutto sentivamo la sua presenza spirituale.

          Il tema del convegno di quest’anno è stato importante per la vita religiosa: Insieme senza esitare. La vita consacrata fra diversità generazionali e culturali.

          Ogni giorno, di mattina abbiamo avuto due conferenze e di pomeriggio i laboratori. Le conferenze sono state molto interessanti e stimolanti. I temi proposti dagli esperti sono stati approfonditi durante i laboratori.

 

   

 

Il primo giorno abbiamo affrontato il tema della diversità delle nostre comunità partendo dal fondamento biblico. Il tema della prima conferenza trattava il brano dell’Antico Testamento: “Il disegno di Dio nel caos di Babele”; nella seconda conferenza il relatore, fra’ Giulio Michelini, ha parlato della comunità dei discepoli e delle tensioni tra loro. Nel secondo giorno è stato trattato il problema della trasmissione del carisma nella diversità delle dinamiche relazionali e fraterne. L’ultimo giorno abbiamo riflettuto sulle dinamiche fraterne nella diversità culturale e generazionale. I laboratori hanno avuto temi inerenti alla vita quotidiana, per aiutarci a riflettere sulle realtà che viviamo. I temi sono stati i seguenti: Diversità e conflitti, Comunicazione efficace, Interculturalità e carisma, Potere e sinodalità.

Non sono mancati spunti per la riflessione e stimoli per intraprendere un cambiamento di mentalità su temi così importanti, specialmente quelli legati all’interculturalità, vista come necessaria trasformazione per andare verso l’altra persona e verso l’accoglienza dell’altro con tutta la sua ricchezza. Si tratta di passare dalla semplice tolleranza delle diversità al processo di cambiamento e di conversione.

La multiculturalità è un dato di fatto, invece l’interculturalità è un cammino, spesso difficile, che esige la capacità e la voglia di imparare dall’altra persona, che è “diversa” da me. È una grande sfida per le nostre comunità multiculturali.

          Ci rendiamo conto, sempre di più, che la vita consacrata sta vivendo un momento di purificazione. La tempesta del cambio epocale ha strappato la vita consacrata, insieme a tutta la Chiesa, dalla roccaforte di sicurezze su cui ha giocato il suo senso di superiorità rispetto al resto del Popolo di Dio. Sempre più spesso siamo chiamati dal Papa a intraprendere un cammino comune nello spirito di sinodalità. Siamo sempre più invitati all’apertura, all’accoglienza ed all’accettazione delle diversità generazionali e culturali. Ci siamo resi conto, durante i nostri laboratori, che ci è difficile cambiare mentalità, che si ha paura della diversità; ci è anche difficile saper vivere i conflitti, inevitabili in una comunità, come possibilità di crescita. Siamo continuamente chiamati a un fruttuoso dialogo intergenerazionale e interculturale.

 

          Durante il Convegno non mancavano i momenti di ricreazione e di vicendevole arricchimento dalle diverse culture ed usanze. La prima sera abbiamo avuto un momento ricreativo con le danze, con la musica delle diverse parti del mondo, con le castagne arrostite e il vino rosso novello.  Nella seconda serata abbiamo avuto lo spettacolo musicale di un gruppo congolese, guidato da un sacerdote. È stata una bellissima serata di danze, di canti e di partecipazione comune alla loro musica e al loro spettacolo. Si sono azzerate le differenze culturali ed è stata per tutti una grande e gioiosa festa. L’ultima sera abbiamo avuto la Veglia di preghiera con diversi simboli, riflessioni e momenti per l’adorazione personale.

          I quattro giorni del Convegno sono passati presto. Siamo tornati alle nostre rispettive case arricchiti e consapevoli di quanto sia importante riscoprire sempre e nuovamente la bellezza della sequela di Cristo e del valore del proprio carisma. La vita consacrata, fra diversità generazionali e culturali può essere un bel segno del riflesso dell’Amore di Dio per gli uomini e le donne dei nostri tempi. Nulla impedisce di vivere “senza esitare” nella comunione e per la comunione, invocando incessantemente lo Spirito Santo, fonte di unità, di amore e di doni carismatici.

 

Lo Spirito Santo ci guidi sulle strade della Provvidenza.