COSTITUZIONI DELLE SUORE ORSOLINE DEL S.C.G.A. (del 1985)

 

 

II - VITA CONSACRATA / 6. Vita nella Comunità


 

« Contemplate quel meraviglioso modello d'amore che è Gesù!

Amatevi a vicenda come Gesù ci ha amato...

Quali sono le caratteristiche del suo amore per noi?

Eccole: bontà senza limiti, sacrificio fino alla morte e alla morte di croce ». (Test. III)

 

 « Si amino nel Signore con perfetta carità, vivendo nell'unità e nella carità, ciò aiuterà loro a lavorare più efficacemente per la gloria di Dio e la salvezza delle anime ». (C30, 132)

 

« Perché tutti siano una sola cosa ». (Gv 17,21)

 

63.  L'amore di Cristo ci ha riunite in una comunità di fede che cresce e si sviluppa, avendo come modello il mistero della SS.Trinità e attingendo da essa le sue forze. La nostra comunità innestata nel Cristo, in unione al Padre, confortata dai doni dello Spirito Santo e riunita dall'Eucaristia, vuole manifestare al mondo la verità che Dio è amore[1].

 

64.  Partecipando alla stessa vocazione e missione della Congregazione ci aiutiamo reciprocamente al fine di crescere nella fede e nella carità. Pur nella diversità dei compiti siamo « uno » in Cristo. Per questo ciascuna si inserirà nella vita della comunità e della Congregazione, cercherà di approfondire la comprensione dei suoi compiti e con tutta la sua vita parteciperà alla loro realizzazione.

 

65.       La comunità, consapevole della responsabilità per i suoi membri, assicurerà a ciascuna le condizioni per realizzare la propria vocazione e per maturar si nel dono sempre più completo di sé a Dio e agli uomini. Accoglierà con cuore aperto ogni suora, cercando che vi trovi casa, benevolenza e comprensione. Circonderà di cordiale premura quelle suore che, per diversi motivi, hanno bisogno di particolare aiuto.

 

66.  Per rispondere al desiderio di Cristo: «che siano... una cosa sola»[2], ci conformiamo alle seguenti indicazioni della Madre Fondatrice:

 

-         Formino, come primi cristiani, un cuor solo e un'anima sola; sarà questo un aiuto efficace nel lavorare per la gloria di Dio e la salute delle anime[3].

-         Si amino reciprocamente di un amore soprannaturale, si rendano scambievoli servizi, si sacrifichino con gioia le une per le altre[4].

-         Si ispirino alle parole: «ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me»[5].

-         Siano sottomesse le une alle altre, per amore di colui che essendo Dio ha voluto essere obbediente alle sue creature[6].

-         Siano severe con se stesse; questo le renderà in­dulgenti con gli altri[7].

-         Riparino al più presto possibile, chiedendo sin­ceramente perdono per ogni malinteso, dispia­cere e torto arrecato[8].

-         Si aiutino vicendevolmente nel loro cammino verso Dio con una riflessione comunitaria su ciò che bisognerà correggere nella vita della comunità[9].

-         Non si permettano tra loro attaccamenti egoi­stici ed esclusivi che sono contrari alla carità fra­terna. Si guardino da ogni antipatia, favoriti­smo o discriminazione verso qualche suora a motivo di nazionalità o di qualche altra diversità[10].

-         Evitino l'insincerità, la maldicenza e l'in­discrezione[11].

-         Si trattino con bontà, rispetto e gentilezza, se­condo i principi di buona educazione[12].

-         Cerchino con tutte le loro forze di creare nelle loro comunità un'atmosfera di pace, di preghie­ra e di raccoglimento[13].

 

67.  Lo stile di vita delle comunità della Congregazione deve riflettere la sacralità della nostra vocazione, che deriva dalla professione dei consigli evangelici, sacralità vissuta in una atmosfera di benevolenza e di serena semplicità.

Saremo attente perché nelle nostre case regni una cordiale ospitalità.

 

I. Ogni comunità stabilirà un orario del giorno, approvato dalla superiora del centro. Esso indicherà il tempo della preghiera comune, dei pasti e degli altri incontri, come pure del riposo notturno. Bisogna anche stabilire il ritmo settimanale degli incontri comunitari, il giorno del ritiro mensile e della revisione di vita.

Nelle comunità più numerose possono esserci diversi orari a seconda delle necessità del lavoro. Senza giusti motivi non ci dispenseremo dal prendere parte agli atti della vita comune.

 

2. Ogni comunità stabilisce il modo di osservare il raccoglimento e il silenzio durante il giorno e quello della sera.

 

68.  Nella casa religiosa, d'accordo con la superiora del centro, una parte verrà destinata esclusivamente alle suore (clausura)[14].

 

I. La superiora locale può, per giusti motivi, rendere la clausura temporaneamente accessibile alle persone laiche. Concorderà le modalità con la superiora del centro e ne parlerà con la comunità.

 

69.  Le suore devono abitare nella casa religiosa osservando la vita comune e non possono assentarsene senza il permesso della superiora[15].

La superiora del centro può concedere di soggiornare fuori casa fino ad un mese. Per un periodo più lungo bisogna avere l'autorizzazione della superiore generale.

 

I. La Congregazione cercherà di assicurare alle suore due settimane di riposo all'anno. La suora interessata stabilirà con la superiora locale il luogo, il tempo e l'eventuale proroga del riposo. Il piano delle vacanze per le suore lo concorderà la superiora locale con la superiora del centro. Le suore non chiederanno una proroga ingiustificata del periodo di riposo, consapevoli che bisogna offrire il tempo libero dai soliti impegni ad aiutare la comunità nelle attività apostoliche. Il luogo e il genere di riposo devono corrispondere al carattere della vita religiosa.

 

2. Le suore che lavorano fuori del paese di origine possono ritornarvi ogni quattro o cinque anni.

 

70.  La superiora generale col consenso del suo consiglio e per giusti motivi può concedere ad una religiosa di risiedere fuori della casa della Congregazione, però non oltre un anno, a meno che ciò non sia necessario per motivi di salute, di studio o di apostolato da svolgere a nome della Congregazione[16].

 

71.  Portiamo l'abito in uso nella Congregazione, quale segno della nostra consacrazione e testimonianza di povertà. La superiora generale può, per motivi importanti, in particolare di carattere apostolico, concedere ad alcune religiose di portare l'abito secolare, semplice e modesto, per il tempo richiesto dalle circostanze[17].

 

1. L'abito della Congregazione è un semplice vestito grigio, il copricapo, la croce comune alle Orsoline ed una fede d'argento.

 

2. Gli eventuali adattamenti dell'abito religioso alle condizioni locali sono di competenza delle assemblee nazionali le quali, dopo aver ascoltato il parere delle suore di un dato paese, presenteranno il progetto all'approvazione della superiora generale.

 

3. La superiora locale può, per giusti motivi, specialmente di carattere apostolico, concedere in casi sporadici, di portare l'abito secolare. Concorderà le modalità con la superiora del centro, che agirà secondo le direttive della superiora generale.

 

72.  Estendiamo il nostro amore a tutta la.Congregazione e ad ogni consorella. Facciamo tutto il possibile per mantenere l'unità in ciò che è essenziale, nonostante le inevitabili diversità nelle cose secondarie. Cerchiamo le soluzioni in una riflessione comune e in un dialogo fraterno.

Partecipiamo ai problemi comuni della Congregazione, contribuendovi attivamente in caso di bisogno. Dimostriamo cordiale premura ed affetto verso le suore che vivono nelle comunità più lontane.

 

73.  Seguendo la chiamata di Cristo, abbiamo lasciato la propria famiglia e il proprio ambiente affinché, inserite nella comunità religiosa, potessimo dedicarci a Dio e alle sue cose in modo più libero e indiviso. Questo distacco non spezza i legami d'affetto con i nostri cari, ma subordinandoli all'amore supremo, dilata il cuore così che la famiglia di ognuna di noi diventa famiglia spirituale di tutta la comunità.

 

1. Dimostriamo il nostro amore e la nostra premura verso i propri cari, prima di tutto con il pensiero affettuoso e la fervida preghiera per il loro progresso spirituale. Siamo convinte che, quanto più saremo generose nel servire Dio, tanto più potremo contare sulla sua protezione e liberalità nei riguardi della nostra famiglia.

 

2. Possiamo visitare le nostre famiglie ogni anno, se risiedono nei confini dello stesso paese. Per quanto è possibile si farà coincidere questa visita con il periodo stabilito delle vacanze. Le suore che lavorano all'estero possono visitare la famiglia, in occasione del loro soggiorno in patria.

Inoltre la superiora locale può, in particolari circostanze, autorizzare brevi visite in famiglia. Concorderà le modalità con la superiora del centro.

 

3. Se qualcuno dei parenti più stretti di una suora dovesse trovarsi in una situazione che richieda assistenza e nessuno dei familiari potesse prestargliela, la Congregazione si assumerà questo onere secondo le sue possibilità.

 

74.   Ricordiamoci sempre che in ogni situazione rap­presentiamo col nostro atteggiamento la Congre­gazione e la Chiesa.


[1] Cfr. 1Gv 4,8.

[2] Gv 17,22.

[3] Cfr. C30, 132.

[4] Cfr. C30, 131.

[5] Mt 25,40; Cfr. C30, 131.

[6] Cfr. C30, 133.

[7] Cfr. C30, 134.

[8] Cfr. Dir. I B.

[9] Cfr.ibid.

[10] Cfr. C30, 130.

[11] Cfr. Dir. I B.

[12] Cfr. Test. III; C30, 159 § I.

[13] Cfr. C30, 167.

[14] Cfr. Can. 667 § 1.

[15] Cfr. Can. 665 § 1,2.

[16] Cfr. Can. 665 § 1.

[17] Cfr. Can. 669 § 1.