LETTERE

 

Madre Orsola Ledóchowska

(pro manoscritto, Roma 1981)


VII - alle candidate della Congregazione (1929 – 1935)


 

/1929/

    Figliola mia,

Ti ringrazio della letterina. Mi fa piacere. che tu ti senta bene nella clausura. Ricordati una volta per sempre, Figliola, se sarai una buona religiosa, sarai sempre felice malgrado le croci, le avversità e le pene della vita, ma se sarai una religiosa indolente, sarai infelice. Sii dunque una religiosa buona: vivi per Dio e non per te stessa. Stringo al cuore la mia Beniamina. Dio ti benedica, una crocetta di benedizione da Matuchna

9.V.1929

    Reverenda Suora,

Voglia scusare la scrittura a causa che sto scrivendo sul treno che è in movimento. Ho ricevuto oggi la sua lettera. Sono pronta sempre ad accettare le anime di buona. volontà, perché da noi c’é moltissimo lavoro, basta che abbiano la vocazione. Conosce Lei almeno un po' la nostra Congregazione? Il nostro abito: dicono che sia brutto (sebbene a me piaccia tanto) e poi, nelle nostre case c'è una enorme ristrettezza e una grande povertà, poche comodità. Naturalmente, abbiamo riguardo alla salute, perché è utile. Lavoriamo soprattutto per i poveri. Alcuni posti, in particolare ai confini della Polonia sono in condizioni durissime. Pia penso che con Gesù tutto si possa realizzare e resistere. Se dunque lei vuole provare da noi, d’accordo. Avviene, che alle volte non vada bene in un convento, ma vada in un altro. Questo non è il primo caso. Che qualifiche Lei possiede? Quanti anni ha? Quale lo stato della Sua salute? Ha Lei un corredo, o una dote? Le pongo questa domanda, perché bisogna che lo sappia, ma ciò non è di grande importanza: unica condizione è la vocazione, non la dote o il corredo. Quindi, se la nostra casa e i nostri cuori sono aperti.

Attendo la lettera relativa alla Sua decisione e la data dell'arrivo: in ogni caso a Pniewy, nei pressi di Poznań. Dio La benedica e la guidi nel compimento della Sua santissima volontà. /.../

6.III.1931

    Cara Signora,

Mi scrive Sr.Prądzyńska che Lei è pronta a partire; nel frattempo vi ho già destinato un'altra persona, rimanga dunque a Pniewy So che Lei è energica e laboriosa. E' bene, perché abbiamo bisogno di tali persone. D'altro canto, Le dirò con tutta sincerità ciò che penso. Mi ha spaventato la sua precipua preoccupazione di guadagnare sempre più. Capisco questo desiderio nelle persone laiche, ma noi povere lavoriamo soprattutto per i poveri, a Pniewy pochissimo, e perciò abbiamo bisogno di persone poco esigenti e con grandi ideali.

Inoltre, la temo un po', perché mi sembra che abbia un forte spirito critico. Mi permetta, Signora - Le dirò francamente - che, cominciando da me e finendo all’ultima candidata, tutte abbiamo i nostri difetti, i nostri lati oscuri: li avrà anche Lei, Signora. Ma ciascuna ha pure i lati buoni, è quindi possibile vedere tutto o chiaro o oscuro. E se qualcuno comincia subito a criticare, può far molto male. Lei stessa ha sentito quanto la signora J. abbia sparlato di noi, ed è perciò che evito persone di tal genere.  Tuttavia forse arriveremo ad una sincera intesa e tutto andrà bene. Capita spesso, che dove all'inizio siano difficoltà, poi vada benissimo. Prego di attendere il nostro ritorno, spero in Dio che arriveremo dopo le feste. Dio La benedica! Cara Signora, La saluto cordialmente. M.U.Ledóchowska

10.V.1931

    Cara Figlia,

Ho ricevuto la tua lettera allegata a quella così bella della tua Mamma. Mi sono molto rallegrata che la cosa si sia risolta bene. Avendo fiducia nella tua buona volontà, consento che tu sia ricevuta tra noi il 31 maggio. Il giorno di Pentecoste t'incontrerai e parlerai ancora con la tua Mamma e poi vieni da noi, Figliola, per offrirti senza riserva a Dio, per lavorare solo per Lui, cercare Lui e non te stessa. Conserva la lettera di tua Mamma e non dimenticare il suo ammonimento: "sii sincera, sempre sincera". Segui sempre la via della verità, Figliola, e sarà bene. Prega per i tuoi genitori, perché sono molto buoni: il 4° comandamento continua anche nel convento. Ti stringo al cuore, mia “futura” Figlia. Spero che sarai di conforto per me. Dio ti benedica, anch'io segno una crocetta sulla tua fronte  - Matuchna

/1932/

    Figliola mia,

Ho ricevuto la lettera: Dio ti ripaghi! Sono contenta che tutto sia di nuovo in ordine. Sappi che non mi rincresce che tu abbia avuto delle difficoltà e sperimentato delle tentazioni. A W. hai avuto una vita troppo facile. E' bene sapere all'entrare in convento, che anche là saranno dei momenti difficili e che proprio quel vivere insieme, quei diversi temperamenti, pur nelle superiore, si facciano, alle volte, sentire, che bisogna saper essere fedele a Gesù malgrado le difficoltà, anche se enormi! Non c'è l'amore dove s'indietreggia, quando bisogna combattere; non è segno che manchi la vocazione, quando Dio manda delle difficoltà. Ricorda, Figliola: "Il regno dei cieli si acquista con la forza e sono i violenti che se ne impadroniscono" (Mt 11,12) Dunque, bene che ci sia stata una lotta e ringrazia il Signore d'aver superato le tentazioni! Hai imparato, Figliola, che nel convento debbono esserci difficoltà, perché solo l'attraverso la croce si va in cielo"!

Ti abbraccio cordialmente, Figliola mia. Ti stringo al cuore, amo la mia Marysia, perché è stata provata dal fuoco ed ha perseverato. Sursum corda! Una crocetta /di benedizione/ - Matuchna

9.IV.1935

    Cara Figlia,

Con tutto cuore accetto nella nostra Congregazione ogni persona che con animo generoso si offre a Dio, dunque an­che te, Figliola, che sei consapevole che la più grande felicità sulla terra sta nel donarsi incondizionatamente al nostro Gesù, desiderando una cosa sola: la santità, che porta all'unione con Dio. Ti stringo al cuore e d'ora in poi ti considero mia Figliola. E' ovvio che continuerai a lavorare in modo da finire gli studi universitari. Ma non troppo in fretta per non indebolire le Tue forze. Sarà la superiora ad indicarti che cosa e come fare: e tu di a tutto: "Ecco l'ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola". Sono 48 anni nel convento e posso assicurarti, Figlia mia, che anche oggi - e forse più che all'inizio, perché capisco meglio - ritengo che dopo la grazia della fede (non parlando delle grazie sacramentali) la più grande grazia che Dio può concedere ad un'anima è quella della vocazione. Allora possiamo davvero dire "Io sono del mio Diletto e egli è mio". Ringrazia dunque Dio che ti chiama al Suo servizio. E avanti con fiducia, e gioia! Ti stringo al cuore, Figlia mia. Dio con te! Segno una crocetta sulla tua fronte - Matuchna


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