La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

in Memoria di

SUOR

CECILIA

 

 

 

    Il Cardinal Velasio De Paolis, nostro Cappellano di lungo tempo, alla Messa funebre per Suor Maria Cecilia della Santissima Trinità, celebrata nella cappella della Casa Generalizia a Roma, il 25 giugno u.s. ha detto: “la nostra sorella ci ha lasciati improvvisamente, lasciandoci nello stupore... Anche se fosse vissuta più a lungo,anche se la malattia fosse durate nel tempo, la morte è sempre un fatto che stupisce e arriva sempre in qualche modo quando noi meno ce lo aspettiamo.”

Suor Cecilia ci ha lasciato davvero all’improvviso. Non stava bene da diversi anni e la malattia (demenza senile) progrediva in un modo costante e senza perdonare. Però lei ha continuato a vivere e a servire fino all’ultimo. Solo piccoli accorgimenti e decisioni prese potevano far vedere che si rendeva conto che le sue forze diminuivano e che bisognava rinunciare a ciò che è stato importante specialmente nel suo servizio alla comunità per quasi tutta la vita. Ha dovuto lasciare la cucina, ma ha continuato il lavoro mattutino di portinaia al Padre Velasio, che lo aspettava ogni giorno quando veniva per celebrare la Messa. Fino all’ultimo ha continuato il suo servizio di lunghi anni “ai vecchietti”, agli anziani della vicina Casa di Cura “Immacolata” dove andava per aiutare loro a mangiare. È morta nella cappella, nel momento in cui preparava la liturgia della Parola. Le suore, vedendola accasciarsi nel suo banco, si sono subito precipitate per aiutare, ma ormai ha varcato le soglie della temporaneità. Ci ha lasciate nello stupore, senza dubbio matura a questo passaggio e come memento di essere sempre pronti all’incontro con il Signore, nostro Prediletto, perché non conosciamo né ora né giorno...

    Suor M. Cecilia, al secolo Maria Antonietta è nata il 2 novembre 1931 all’Olivella contrada di S. Elia Fiume Rapido nella Diocesi di Monte Cassino. I suoi genitori, Raffaele e Rosa avevano otto figli. Il padre Raffaele è stato sagrestano nella parrocchia del luogo e i figli hanno cresciuto all’ombra della chiesa parrocchiale. Lei raccontava volentieri della sua casa, - ha detto Padre Velasio - della sua famiglia, dell’Olivella, quel piccolo villaggio, nel cassinese, di suo papà sacrestano, papà Raffaele, per lei era un simbolo di fede, un simbolo di dedizione, lo ricordava sempre fino a pochi giorni fa. Viveva in comunione con il papà che lei ricordava come un uomo di fede. Ricordava anche la mamma, mamma Rosa, lei la considerava un po’ più burbera di papà. La mamma Rosa era capace di mettere sull’attenti anche il papà ma era sempre anch’essa mamma di casa, mamma di famiglia. Ricordava i suoi fratelli, le sue sorelle, ricordava quel giorno quando i bombardamenti uccisero il papà e se non vado errando, anche la sorella o un fratello ma lo raccontava continuamente come se fosse una cosa viva.”

    All’Olivella c’è stata anche una comunità della nostre suore e Maria Antonietta fin da piccola ha avuto contatto con le suore. Si ricordava in modo particolare e volentieri di sr. Domicella cha ha avuto un ruolo importante nella sua scelta della vita religiosa e poi – già nella vita religiosa – è stata sua maestra di cucina. Ha fatto il percorso abituale nella nostra vita: è entrata a Roma il 27.12.1951; ha iniziato il noviziato il 27.09.1953 nella casa di S.Maria a Ricotti, facendo i primi voti il 30. 09.1954. I voti perpetui li ha celebrato il 6.01.1958 sempre nella casa generalizia di Roma. Ha lavorato quasi in tutte le comunità in Italia e, dopo i primi voti, quasi sempre in cucina: 1951-1952 a Roma-Ricotti; 1952-1953 a Scauri e a Mompeo; 1953-54 di nuovo a Ricotti peri il noviziato; 1954-55 a Roma-Primavalle; nel 1955 ha vissuto alcuni mesi in Francia, a Grenoble e a Virieu; 1960-66 di nuovo a Ricotti e dal 1966 fino alla morte a Roma, nella casa generalizia. La ricordiamo come una persona serena, sicura della propria vocazione. Una personalità forte, fedele nella preghiera, amante della natura e di tutte le creature di Dio, con un dono innato per la musica e per il canto. Stava quindi bene con la sua Patrona, Santa Cecilia. Ogni anno fino a poco tempo fasi recava a Trastevere, alla Basilica di S. Cecilia per partecipare alla sua festa patronale. Stava anche bene con la nostra Fondatrice che ci ha invitato a essere semplici, sereni e umili. La gente che veniva nella nostra casa l’apprezzava e la ricordava proprio per la sua semplicità, bontà e generosità.

Non è facile racchiudere la vita di una persona in poche frasi. Abbiamo vissuto insieme tanti anni, ma sappiamo come non è facile cogliere in profondità la ricchezza e il mistero di una persona umana. Desideriamo quindi, per completare, di servirci di nuovo delle parole di Cardinal Velasio De Paolis che è stato per lunghi anni suo padre spirituale e confessore:

Suor Cecilia “soprattutto ricordava quando entrata nel monastero ancora piccolina, giovinetta, piena di vita, che si è donata totalmente al Signore non per fare cose grandi, perché lei non aveva studiato, ma aveva un’intelligenza fortissima, aveva poi una capacità di comprendere le cose e soprattutto una dote innata nella musica Non ha mai studiato la musica, non conosceva le note, ma bastava che avesse sentito una volta una canzone perché la ripeteva. Essa poteva essere anche maestra di canto. Per tutti noi..che almeno io che per lo meno da quasi 50 anni frequento questa comunità, sentiamo come lei cantava, allietava le nostre messe, alle volte anche secondo noi esagerando… Aveva una voce sonora, forte poi quando cominciava una strofa voleva andare anche sulla seconda e spesso anche sulla terza… amava il canto e in modo particolare era devota a santa Cecilia, patrona del canto, però ci teneva a ricordare che il suo nome vero era Maria Antonietta, il nome di Maria.

Era devotissima alla Madonna. Alle volte ci annoiava anche perché per lei il canto alla Madonna alla fine della messa era inevitabile, fossimo in qualsiasi celebrazione, si doveva concludere con canto alla Madonna. E poi diceva sempre 4 rosari, ogni giorno. Anche se diceva che spesso era distratta, però importante per lei era dire 4 rosari in onore della Madonna per affidare la propria vita a Lei. Faceva la cuoca, all’interno della comunità, lo faceva con molta dedizione, faceva la portinaia ogni mattina quando venivo qui per la messa trovavo sempre lei che mi apriva la porta, recentemente capitava che qualche volta si dimenticasse … cosa rarissima.

Amava essere fedele ai propri doveri. Andava a visitare i vecchietti (della clinica vicino a noi) ma nonostante tutte queste cose la vecchiaia ha cominciato a rodere la sua vita. Aveva dei passaggi dove si smarriva, quasi la sua memoria veniva meno. Però aveva una ripresa formidabile, e direi che particolarmente in questi ultimi giorni io ho avuto l’impressione che stesse molto meglio….

Ci ha mostrato una fedeltà alla vocazione ammirabile. Una fedeltà di cui lei non si è mai pentita. L’altro giorno scherzando le ho detto, “ma suor Cecilia ho saputo così che tu hai un grande desiderio, quello di farti santa” “come no, se io non avessi questo grande desiderio chi mi avrebbe trattenuto qui fino ad oggi ...”

È morta lì nel suo banco dove lei ha vissuto tutta la sua vita.. inginochiata… mentre preparava i canti per il giorno dopo… fedele al Signore. La conclusione della sua vita… che cosa c’è di più bello? 60 anni di servizio al Signore fedele nella vita consacrata, una vita dedita tutta alla Madonna come si poteva concludere se non con un dono al Signore, quasi volesse dire io sono rimasta fedele qui, e il mio ultimo respiro donato al Signore, dove ho vissuto tutta la mia esistenza nella Chiesa, nella cappella, davanti al tabernacolo preparando la liturgia della Parola e del canto, e così ha consegnato la sua anima tra gli angeli del Signore.

Perché è ammirabile e mirabile nei suoi santi, anche suor Cecilia piccola creatura, piccola nel senso della piccola statura, piccola anche perché non aveva una grande cultura, non aveva dei grandi impegni della vita. Anche nella piccola suor Cecilia, Maria Antonietta, il Signore, possiamo dire, ha fatto cose grandi e cose mirabili. Una creatura che ha vissuto di fede e nella fede ha consegnato la sua esistenza a Dio. “

Roma, il 25 giugno 2012

Comunità della Casa Generalizia