MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA (1865-1939)

FONDATRICE DELLA CONGREGAZIONE

DELLE SUORE ORSOLINE

DEL SACRO CUORE DI GESU’ AGONIZZANTE

 

 

v        Biografia

v        Biografia dettagliata

v        Cronologia della vita

 


MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA

Biografia

Giulia Ledóchowska nacque il 17. IV.1865 a Loosdorf (Austria). Nel 1883 la famiglia si trasferì a Lipnica Murowana, vicino a Cracovia. Nel 1886 Giulia entrò nel convento delle orsoline di Cracovia. Qui, ormai come M. Orsola, si occupò prima di tutto del lavoro pedagogico. Nel 1907, con la benedizione del Papa Pio X, insieme a due consorelle, partì per San Pietroburgo, per assumere la direzione dell’internato per le ragazze, presso il Ginnasio Polacco “Santa Caterina”. Nel 1910 nel Golfo di Finlandia sorse una casa per la comunità e il ginnasio femminile con l’internato dove si mettevano in pratica le idee pedagogiche di M. Orsola. Lo scoppio della guerra nel 1914 provocò la sua espulsione dalla Russia. Si stabilì in Scandinavia: prima a Stoccolma e in seguito in Danimarca. Insieme alle suore che gradualmente lasciarono San Pietroburgo, organizzò una scuola per le ragazze scandinave, più tardi tra l’altro aprì un istituto per gli orfani degli emigrati polacchi. Si inserì anche nella vita della Chiesa locale e dell’ambiente ed intraprese la collaborazione con il Comitato di Aiuto per le Vittime della Guerra, fondato in Svizzera da Henryk Sienkiewicz. Attraverso una serie di conferenze sensibilizzò le società scandinave alla questione dell’indipendenza della Polonia.

Nel 1920 la comunità delle orsoline di San Pietroburgo tornò nella Polonia libera e si stabilì a Pniewy, nei pressi di Poznań. Poco dopo ricevette dalla Santa Sede il permesso di trasformarsi in Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante che vive la spiritualità delle orsoline e la tradizione del lavoro educativo, come strumento privilegiato di evangelizzazione; che contemporaneamente cerca forme rispondenti alle nuove necessità, specialmente a quelle dei meno abbienti. La congregazione si sviluppava velocemente. Sorgevano case e opere in Polonia e nelle zone del suo confine orientale, dal 1928 in Italia, dal 1930 in Francia.

M. Orsola formava le suore all’amore di Dio al di sopra di tutto e di tutti, desiderando che vivessero nella semplicità, che fossero umili, e allo stesso tempo piene di spirito di sacrificio e creative nel servire gli altri, specialmente i bambini e i giovani. Riteneva una testimonianza particolarmente credibile del legame con Cristo il sorriso, la serenità d’animo e la bontà. Si consumava nell’amore per Gesù Cristo e quest’amore le permetteva di amare ogni uomo, indipendentemente dal suo credo religioso, dalle sue convinzioni, dalla sua posizione sociale. Quando morì a Roma, il 29 maggio 1939, la gente diceva:  E’ morta una santa.

Il 20 giugno 1983 a Poznań, Giovanni Paolo II beatificò M. Orsola. Nel 1989 la salma della Beata, preservata dalla corruzione, fu traslata da Roma a Pniewy e deposta nella cappella della casa madre.

Nel 2002 è stato promulgato il decreto riguardante il miracolo ottenuto per intercessione della Beata Orsola, che chiude la causa della canonizzazione.


MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA

Biografia dettagliata

       Madre Orsola Ledóchowska (nome di battesimo: Giulia) nacque il 17 aprile 1865 a Loosdorf (Austria). I suoi genitori furono: Antonio Ledóchowski, figlio del generale Ignazio Ilario, il quale diventato famoso con l’eroica difesa della fortezza di Modlin durante l’insurrezione di novembre (1830), dovette, dopo la caduta di questa, lasciare il paese, e Giuseppina Salis-Zizers, Svizzera di origine. Nella famiglia Ledóchowski la profonda vita spirituale dei genitori, l’amore per il dovere e l’apertura alle necessità altrui favorivano lo sviluppo di eminenti personalità. Tra i sette figli, Dio chiamò al suo servizio i tre maggiori: Maria Teresa (beatificata nel 1975) fondò Suore Missionarie di San Pietro Claver; Giulia diede inizio a un nuovo ramo di orsoline: Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante; Vladimiro entrò dai gesuiti (dal 1915 al 1941 ebbe incarico di preposito generale).

       Giulia trascorse in Austria l’infanzia e l’adolescenza. Frequentò la scuola appartenente all’Istituto della Beata Vergine Maria «Dame Inglesi» a St. Pölten. Lì anche ricevette la prima santa Comunione e il sacramento della Confermazione. Studiava privatamente musica, pittura, letteratura e lingue straniere. Manifestò grande talento in tutti questi campi. Sin dai primi anni la caratterizzava il coraggio, la perseveranza, la laboriosità, la raggiante bontà verso tutti.

       Nell’anno 1883 la famiglia Ledóchowski si trasferì in Polonia stabilendosi a Lipnica Murowana, presso Bochnia. Giulia aiutava nell’educazione dei tre fratelli più piccoli, e dopo la morte del padre (1885), nell’amministrazione dell’azienda agricola. Insieme alla madre si interessava delle necessità della gente del posto, completava l’istruzione dei ragazzi desiderosi di dedicarsi al sacerdozio.

       A ventun anni entrò nel convento delle orsoline di Cracovia (1886) e durante la cerimonia della vestizione ricevette il nome di Orsola. Nel 1889 emise i voti religiosi. Da allora, per oltre dieci anni, si dedicò con grande impegno all’insegnamento e all’educazione. Era piena di dedizione e di bontà verso le giovani e le consorelle.

       Nonostante il lavoro pedagogico che l’assorbiva, trovava il tempo per la pittura. Eseguì in quel periodo oltre dieci quadri di grande formato, di contenuto religioso, in gran parte copie di maestri famosi (Velasquez, Murillo). Nel 1896 fu mandata in Francia, dove conseguì il diploma che l’autorizzava all’insegnamento di lingua francese nelle scuole medie superiori.

       Nel 1904 Madre Orsola fu eletta superiora del convento di Cracovia. L’incarico svolto le permise di attuare delle iniziative apostoliche coraggiose per quei tempi. Aprì un internato per le universitarie, il primo in Polonia, organizzò per loro la Congregazione Mariana e i corsi per approfondire la concezione del mondo, svolti sotto la direzione di eminenti teologi.

       Nel 1907, a nome dei conventi delle orsoline polacche, presentò alla Santa Sede il progetto dei cambiamenti nelle Costituzioni dell’ordine. I cambiamenti riguardavano il migliore adattamento delle forme della vita religiosa ai compiti dell’ordine, nel campo dell’educazione e dell’istruzione, ed anche ai attuali bisogni pastorali e ambientali.

       Di fronte a una certa liberalizzazione nella politica dell’istruzione pubblica e di quella confessionale da parte del potere zarista dopo il 1905, Madre Orsola cominciò a pensare di creare un’istituzione educativa per la gioventù polacca nel territorio della Russia. Presentò il suo progetto a Pio X, durante l’udienza nel 1907 e ottenne per esso la benedizione apostolica. In quel tempo Mons. Konstanty Budkiewicz, parroco della parrocchia polacca di Santa Caterina a San Pietroburgo, si rivolse alle orsoline di Cracovia chiedendo di assumere la direzione dell’internato per le ragazze presso il locale ginnasio parrocchiale. Madre Orsola accettò la proposta a nome della comunità di Cracovia e nel luglio 1907, alla scadenza del suo incarico come superiora, insieme ad alcune suore si recò a San Pietroburgo.

       Le suore si misero con energia a riorganizzare l’internato. Madre Orsola, come a Cracovia, fondò anche qui la Congregazione Mariana per la gioventù studentesca, per le universitarie e per le signore dell’intellighenzia di San Pietroburgo. Organizzò inoltre corsi di approfondimento di conoscenza religiosa, si interessò dei problemi religiosi del locale ambiente polacco, e anche dei cattolici russi, per i quali cercò di organizzare delle conferenze e delle prediche nella loro lingua nativa. Superò anche l’esame di abilitazione per l’insegnamento in lingua russa, per ottenere il diritto di insegnare nelle scuole russe.

       La comunità religiosa, pur vivendo e lavorando in condizioni di clandestinità (nel territorio della Russia gli ordini religiosi erano stati soppressi), sistematicamente aumentava di numero. Allo stesso tempo venivano sempre più ostacolate le possibilità di comunicare liberamente con il convento di appartenenza a Cracovia. Perciò la superiora di quest’ultimo, presentò alla Santa Sede la domanda di erezione canonica della casa religiosa a San Pietroburgo come casa autonoma con il noviziato. Nel gennaio 1908 ottenne il consenso pontificio. Madre Orsola venne nominata superiora della comunità di San Pietroburgo.

       Nell’anno 1909 estese il campo dell’azione educativa e apostolica alla Finlandia, dove si trasferì stabilmente nel 1911, dopo la sua espulsione da San Pietroburgo, da parte delle autorità russe.  Sul Golfo di Finlandia costruì una scuola con il pensionato per ragazze, chiamando tutto il complesso con il nome Merentähti (Stella del Mare). Durante le vacanze, la casa serviva come luogo di incontri e di riposo per i docenti e per le alunne di San Pietroburgo, e anche per le persone che giungevano dalla Polonia.

       Madre Orsola e la sua comunità crearono in quell’ambiente un clima favorevole al dialogo ecumenico. La Madre, prima di tutto, decise di imparare la lingua locale. In poco tempo tradusse in finlandese il catechismo, i canti religiosi e le preghiere, volendo così avvicinare Dio alla popolazione locale, molto trascurata dal punto di vista religioso. Organizzò anche un ambulatorio per quella povera gente di pescatori.

       Con lo dello scoppio della prima guerra mondiale, nel 1914 fu espulsa, come cittadina austriaca, dai confini dell’impero russo. Si recò nella Svezia neutrale, da dove era più facile mantenere contatti con le suore rimaste in Russia. Si stabilì prima a Stoccolma, poi a Djursholm presso Stoccolma. All’inizio per mantenersi, dava lezioni di lingua francese, studiando nello stesso tempo quella svedese. Poco dopo cominciò l’attività apostolica: adunava le signore cattoliche per discutere problemi religiosi e per gli esercizi spirituali, fondò la Congregazione Mariana per le signore, cominciò a pubblicare il mensile Soglimtar, che allora era l’unico periodico cattolico in Svezia.

       L’appello del papa Benedetto XV, rivolto agli uomini di buona volontà, di portare aiuto alle nazioni oppresse dalla guerra, trovò una viva eco nel cuore di Madre Orsola. Su richiesta del Comitato di Aiuto per le Vittime della Guerra in Polonia, sorto a Vevey (Svizzera) sotto la presidenza di Henryk Sienkiewicz, decise di rappresentarlo in Scandinavia. Nel corso di alcuni anni (1915-1920), tenne in sei lingue, circa 80 conferenze sulla Polonia, attraversando per lungo e per largo la Penisola Scandinava, organizzando i comitati locali, a capo di cui si misero eminenti personalità del mondo della scienza e della cultura, uomini di varie confessioni e orientamenti politici. L’attività di questo tipo dava alla Madre occasioni di stabilire i contatti e la collaborazione con molte persone eminenti di quei tempi, tra gli altri con Henryk Sienkiewicz, Ernest Łuniński, Ignacy Daszyński, Michał Łempicki, Michał Sokolnicki, Antoni Osuchowski, Georg Brandes, Verner von Heidenstam, Ellen Key, Selma Lagerlöf, arcivescovo Nathan Söderblom.

       Nel 1915, a Djursholm, Madre Orsola fondò un Istituto Linguistico, la prima scuola di questo tipo in Scandinavia, per la gioventù, che a causa della guerra non poteva recarsi a studiare all’estero. La scuola e l’internato erano gestiti dalle suore insegnanti ed educatrici, richiamate definitivamente da San Pietroburgo. Cercavano di sviluppare nelle alunne un senso di solidarietà con il genere umano, le inserivano nella collaborazione nel portare aiuto ai bisognosi, organizzavano per loro delle viaggi d’istruzione e le imprese artistiche di vario genere.

       Per iniziativa di Madre Orsola e in effetto dei suoi sforzi fu pubblicata in tre lingue scandinave una raccolta di articoli dedicati alla storia, alla letteratura e all’arte polacca, sotto il titolo Polonica (Stoccolma 1917). In essa, oltre agli studi dei più insigni scrittori scandinavi, si trovò anche un suo articolo: Il Culto della Santissima Vergine Maria in Polonia. La famosa dissertazione di Ellen Key sull’opera Chłopi (I Contadini) di Reymont contribuì, secondo il parere di alcuni critici (tra gli altri di Ernest Łuniński), al conferimento del premio Nobel in letteratura, allo scrittore polacco, sette anni dopo.

       Grazie all’instancabile lavoro di Madre Ledóchowska, la questione della Polonia, prima di tutto del suo diritto a essere indipendente, acquistava sempre maggiore notorietà nei paesi del Nord Europa e, il senso di fratellanza di tutti gli uomini destato, si sviluppò in un solidale, organizzato aiuto per la sofferente nazione.

       Richiesta dai Padri Camilliani, che si occupavano della cura pastorale dei cattolici ad Aalborg (Danimarca) Madre Orsola, grazie ai finanziamenti ottenuti dal Comitato di Vevey, nel 1917, aprì in quella città una casa per oltre 40 bambini, in grande parte orfani degli immigrati polacchi, i bambini esposti al rischio di perdere la fede e l’identità nazionale. Li manteneva con i proventi di un ciclo di conferenze organizzate per questo fine, del lavoro delle suore e con le entrare dell’Istituto Linguistico, trasferito da Djursholm e ampliato con la sezione di economia domestica.

       Al termine della prima guerra mondiale Madre Orsola decise di tornare  nella Patria libera. Il primo gruppo di suore giunse in Polonia, insieme ai bambini, educandi della casa di Aalborg, nel mese di agosto 1920 e si stabilì a Pniewy nei pressi di Poznań. La proprietà terriera di Pniewy fu acquistata con i soldi offerti dal console norvegese Stolt-Nielsen, da qui il suo nome di Sant’Olaf, patrono della Norvegia.

       In questo periodo la Madre iniziò anche le pratiche per regolarizzare lo stato giuridico della comunità religiosa, che operando per molti anni in condizioni particolari, dovette usufruire di alcune dispense dalla legge canonica. A questo scopo si rivolse alla Santa Sede con la richiesta di trasferire alla casa di Pniewy l’erezione canonica della casa delle orsoline a San Pietroburgo. La Santa Sede trasformò la comunità religiosa di Pniewy in Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante (orsoline grigie).

       I compiti che venivano assunti dalla nuova Congregazione erano una risposta agli attuali bisogni del paese. Le suore gestivano le scuole e gli istituti educativi per i bambini e per i giovani, dalla scuola materna sino all’università, l’insegnamento di religione nelle scuole statali, organizzavano corsi per le catechiste laiche e religiose, collaboravano con il Ministero dell’Istruzione nell’addestramento e nell’aggiornamento delle educatrici laiche e religiose, si occupavano della formazione religiosa dei bambini mediante la Crociata Eucaristica (l’associazione trapiantata da Madre Orsola dalla Francia in Polonia nel 1925), gestivano le mense per gli universitari e per le persone sole, le cucine economiche per i disoccupati, e simili. Tali lavori spesso assumevano veramente carattere missionario, venivano svolti in condizioni difficili nei territori più trascurati, le borgate delle grandi città (Varsavia, Łódź, Roma) o nelle zone del confine orientale della Polonia.

       Questa attività, svariata nella forma, ma uniforme nel contenuto, era la manifestazione sempre dello stesso amore cristiano, che vuole “dare Dio” agli uomini e aiutarli nel cammino verso la salvezza. La Madre mandava le suore disposte ad intraprendere un ”lavoro duro e umile”, eseguito con spirito di sacrificio e con gioia. Il fondamento del dinamismo apostolico delle suore doveva essere la preghiera: “Più ci assorbe il lavoro esterno, più deve essere profondo il fondamento della vita di preghiera. Il nostro lavoro è la continuazione della preghiera, è amore nell’azione”.

       Madre Orsola, preparando le Costituzioni della nuova Congregazione, cercò di trasmettere ad essa il patrimonio spirituale dell’ordine delle orsoline, ma adattato alle necessità della Chiesa contemporanea e del mondo. Desiderava che la Congregazione fosse profondamente impegnata nei problemi della Chiesa e del mondo, sapesse leggere i segni dei tempi e assumesse lavori apostolici in vari ambienti, specialmente tra i più bisognosi. La Fondatrice scriveva: “Oggi il mondo evita gli ordini religiosi, dunque questi dovrebbero andare tra la gente”. Motivava la sua opinione figuratamente, ricollegandosi al Vangelo: “Ieri il gregge di Cristo pascolava sui prati fertili e perciò non aveva bisogno di una cura tanto vigile, oggi, al contrario, si butta nell’abisso, si arrampica su vette altissime e perciò noi dobbiamo lasciare i pascoli tranquilli, per seguire, come il buon pastore, il gregge sulle vette e negli abissi”. Da qui l’apertura di Madre Orsola verso il mondo, verso l’uomo, la capacità di scorgere le sue necessità, l’elasticità nell’adattare lo stile della vita religiosa, le sue forme organizzative e i mezzi apostolici alle necessità del tempo.

       Un tale processo di “fondersi con l’ambiente” nasconde, senza dubbio vari pericoli. Perciò Madre Orsola indicava allo stesso tempo le fonti che avrebbero fatto aumentare le forze e avrebbero aiutato la lettura dei segni dei tempi: la profonda unione con Dio, nell’agire prima di tutto la ricerca della volontà di Dio, scoprirla attraverso il quotidiano contatto con Cristo nel Vangelo e nell’Eucaristia, l’umile servizio del prossimo. Il modello della disponibilità nei riguardi dei piani divini deve essere la Santissima Madre, le parole della quale: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” Madre Orsola fece la massima della sua vita e il motto della Congregazione

       L’unione con il Verbo Divino e con il Cristo Eucaristico dovrebbe condurre a un gioioso servizio dei fratelli sull’esempio del mite e umile Cuore di Gesù. Per questo anche l’umiltà deve essere il “fondamento della vita interiore e del lavoro della Congregazione”, poiché soltanto un amore che serve, può essere un amore autenticamente generoso e apostolico.

       Nel lavoro apostolico, Madre Orsola più volte optava per le soluzioni di avanguardia, ”rivoluzionarie” per quei tempi, soluzioni che fino ad oggi non hanno perso l’attualità, al contrario, trovarono la piena conferma nelle tendenze e nelle raccomandazioni del Concilio Vaticano II.

       Il carisma di Madre Orsola e della Congregazione da lei fondata si manifesta: 

§         nel tendere a unire in modo organico la vita di preghiera a un apostolato attivo (l’unione con Dio è una fonte d’amore e di dinamismo nell’azione);

§         nella scoperta del valore di lavoro, eseguito in spirito d’amore e di sacrificio (il lavoro è la fonte di mantenimento delle suore e degli educandi e una forma di ascesi e di penitenza);

§         nell’unire gli sforzi di tutta la società, sia del clero che del laicato, nel lavoro per il bene della Chiesa e della nazione mediante conferenze, discorsi alla radio, articoli, la fondazione delle organizzazioni cattoliche, la pubblicazione dei periodici religiosi e libri per bambini e per giovani, formazione delle insegnanti, delle educatrici, delle catechiste laiche, e simili;

       La Congregazione fondata e diretta da Madre Orsola Ledóchowska, si sviluppava dinamicamente in Polonia, in Italia e in Francia. Al momento della morte della Fondatrice contava 35 comunità e circa 800 religiose.

       Per i meriti nel campo del lavoro sociale e in quello dell’educazione, Madre Orsola Ledóchowska fu insignita con la Croce Ufficiale della Polonia Restituta (1927), con la Croce di Indipendenza (1930) e con la Croce d’Oro al Merito (1937). Le autorità ecclesiastiche le conferirono la medaglia Pro Fide et Ecclesia in Russia merito.

       Madre Orsola morì in concetto di santità, il 29 maggio 1939 a Roma. Fino all’anno 1959 il suo corpo riposava nel cimitero romano Campo Verano. Dopo l’esumazione, il 2 dicembre di quell’anno è stato traslato nella cappella della casa generalizia della Congregazione a Roma, in Via del Casaletto, 557.

Dio confermava la santità di Madre Orsola con varie grazie, concesse a coloro che chiedevano la sua intercessione. Le due guarigioni: di Sr. Danuta Pawlak e di Jan Kołodziejski, dopo un accurato esame furono riconosciute dalla Chiesa come miracolose, il che contribuì alla beatificazione di Madre Orsola celebrata da Papa Giovanni Paolo II, il 20 giugno 1983, a Poznań.

       Nel maggio 1989 il corpo della Beata Orsola, conservatosi intatto, è stato solennemente traslato da Roma in Polonia e deposto nella cappella della casa madre delle orsoline grigie a Pniewy, presso Poznań.

       Il modo inspiegabile in cui Daniel Gajewski, scampò incolume da una forte scarica elettrica, il 2 agosto 1996, a Ożarów, divenne una spinta per intraprendere ulteriori passi verso la canonizzazione. Il 23 aprile 2002 la Chiesa promulgò il decreto di riconoscimento del miracolo per intercessione della Beata Orsola. Il processo di canonizzazione venne chiuso.

       Attualmente la Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante conta quasi mille suore, in undici paesi: in Polonia, in Italia (dal 1928), in Francia (dal 1930), e anche in Canada (dal 1965), in Argentina (dal 1969), in Brasile (dal 1970), in Finlandia (dal 1976), in Germania (dal 1980), in Ucraina (1987), in Tanzania (dal 1990), in Bielorussia (dal 1995) e nelle Filippine (dal 2002).


MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA

Cronologia della vita

1865

Giulia viene al mondo a Loosdorf, nella Bassa Austria, seconda di sette figli di Antonio e Giuseppina Salis-Zizers.

1883

La famiglia Ledóchowski si trasferisce a Lipnica Murowana, nei pressi di Cracovia.

1886

Giulia entra nel convento delle orsoline di Cracovia, conosciuto per l’alto livello spirituale e per il lavoro nel campo dell’istruzione e dell’educazione, tra la gioventù femminile locale ed anche quella delle distanti località della Galizia e della Russia.

1907

Con la benedizione del Papa Pio X, parte con due consorelle per San Pietroburgo, dove
assume la direzione dell’internato per le ragazze, presso il Ginnasio polacco „Santa Caterina”.

1908

La comunità delle suore sempre più numerosa, che vive clandestinamente, diventa una casa      autonoma delle orsoline a San Pietroburgo, con M. Orsola come superiora. Nel noviziato, in stretta segretezza, le nuove orsoline si preparano alla vita.

1910

Sul Golfo di Finlandia, sorge una casa per la comunità e il ginnasio femminile con l’internato, luoghi in cui si attuano le idee pedagogiche di  M. Orsola.

1914

Lo scoppio della guerra provoca l’espulsione di M. Orsola dalla Russia. Si stabilisce in Scandinavia, prima a Stoccolma, e poi in Danimarca. Gradualmente trasferisce qui le suore da San Pietroburgo, sulla quale incombono le conseguenze della guerra, e insieme a loro organizza una scuola per le giovani scandinave.

Si inserisce anche nella vita della Chiesa locale e dell’ambiente ed intraprende la collaborazione con il Comitato di Aiuto per le Vittime della Guerra, fondato in Svizzera da Henryk Sienkiewicz.

1920

La comunità delle orsoline di San Pietroburgo torna nella Polonia libera e si stabilisce a Pniewy, nei pressi di Poznań, e poco dopo riceve dalla Santa Sede il permesso di trasformarsi in Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante (orsoline grigie).

Dal vecchio tronco nasce un nuovo ramo che desidera vivere la spiritualità delle orsoline e la tradizione del lavoro educativo e dell’insegnamento, come strumento privilegiato di evangelizzazione, in tempi mutati, cercando contemporaneamente forme rispondenti alle nuove necessità, in modo particolare a quelle dei meno abbienti. Sotto la guida di M. Orsola, la Congregazione si sviluppa velocemente. Sorgono comunità e opere in Polonia e posti di lavoro missionario nelle zone del confine orientale del Paese. Dal 1928 la Congregazione è presente in Italia, e nel 1930, accompagnando le ragazze che vanno a lavorare in Francia, le suore organizzano lì le loro prime comunità.

La Madre forma le suore all’amore di Dio sopra ogni cosa, desiderando che vivano nella semplicità, che siano umili, e allo stesso tempo piene di spirito di sacrificio e creative
nell’intraprendere iniziative di lavoro per gli altri, specialmente per i bambini e per i giovani. Ritiene una testimonianza particolarmente credibile del legame con Cristo il sorriso, la serenità d’animo e la bontà e attribuisce a tale testimonianza una grande influenza evangelizzatrice ed educativa. Insegna che la santità è accessibile ad ognuno, 

che essa consiste in un impegno, pieno di amore per Dio e per gli uomini, nei doveri di ogni giorno.

Essa stessa viaggia molto, visitando le comunità e rispondendo alle nuove proposte di lavoro. Apprezzando l’enorme ruolo delle associazioni che sostengono la catechesi e l’educazione religiosa, tra le altre iniziative, trapianta in territorio polacco la Crociata Eucaristica (oggi chiamata: Movimento Eucaristico dei Giovani). Organizza la pubblicazione di periodici per bambini e per giovani, scrive personalmente gli articoli. Nella sua vita piena di impegni, trova il tempo per scrivere libri per bambini. Prende parte attiva nella vita religiosa, culturale e sociale del Paese, per la quale riceve alte decorazioni da parte dello Stato.

M. Orsola si consuma nell’amore per Gesù Cristo e quest’amore la sollecita in tutto ciò che fa. Ama l’uomo, ogni uomo, indipendentemente dal suo credo religioso, dalle sue convinzioni, dalla sua posizione sociale.

1939

Quando muore a Roma, il 29 maggio, la gente dice: E’ morta una santa…

1983

Il 20 giugno a Poznań, Giovanni Paolo II beatifica M. Orsola. E’ la prima beatificazione in terra  polacca.

1989

La salma della Beata Orsola, preservata dalla corruzione, viene traslata da Roma a Pniewy e deposta nella cappella della Casa Madre.

2002

Promulgazione del decreto riguardante il miracolo ottenuto per intercessione della Beata Orsola, che chiude la causa della canonizzazione.


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