La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

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NONA DOMANDA

LA MORTIFICAZIONE

Figlie mie, contemplate spesso il Cuore divino di Gesù trafitto dalla lancia, coronato di spine. Ascoltate quel lamento doloroso di Cristo agonizzante: "Ho cercato dei consolatori e non ne ho trovati" (cfr. Sal 69,21) Contemplate quel cuore abbeverato di disprezzo, di obbrobrio, di sofferenza, e capirete che chi ama il Cuore divino deve comprendere la mortificazione e ciò che con essa è inseparabilmente unito: l'amore alla croce.

Non pensate che esiga da voi mortificazioni e penitenze straordinarie. No, Figlie mie! Io, nella nostra vocazione, sono contraria a qualsiasi forma di stravaganza, ma vi incoraggio a quella mortificazione che deriva dal nostro lavoro e dalla nostra povertà. Vi incoraggio alla mortificazione che incontriamo ad ogni passo, che è necessaria per condurre bene le nostre opere, quella di cui abbiamo bisogno per vivere fedelmente nell'amore fraterno e nell'ubbidienza religiosa. Direi, quella generosa mortificazione, che non dà nell'occhio, non attira l'attenzione e perciò è più sicura, perché aliena dalla tentazione di vanità e dal sentirei superiori alle altre. La vita religiosa deve essere una vita di mortificazione. Una vita senza mortificazione non è vita religiosa.

La nostra prima mortificazione, Figlie mie, è la fedele osservanza delle nostre Costituzioni. Esse sono per noi un giogo, certamente, quindi una mortificazione. La stessa vigilanza di non trasgredire le prescrizioni delle Costituzioni è una costante mortificazione. I maestri di vita interiore affermano che la vita dì una religiosa che adempie fedelmente la santa Regola è vita di martirio. Datevi soprattutto a questa mortificazione.

Prendete volentieri su di voi la mortificazione che deriva dalla pratica di ogni virtù. Non vi è virtù senza mortificazione. Una grande pensatrice cattolica, madame Svétchine, dice che la virtù che non costa non vale nulla.

La mortificazione è una lenta morte inflitta alla nostra natura umana corrotta, è un agire contro il proprio arbitrio, la propria velleità, il proprio capriccio, calpestando il "voglio" e il "non voglio”, per compiere sempre ciò che più piace a Dio.

Non vi trastullate con piccole mortificazioni, spesso infantili a scapito della vera mortificazione, generatrice di virtù. Tuttavia la più piccola mortificazione, compiuta per amore di Dio, giova alla tua anima, purché non ti distragga da quella che è più necessaria e che genera la vera virtù. Quante si divertono a inventare piccole mortificazioni, sentendosi poi esonerate da quelle che l'esistenza, il lavoro, la vita comunitaria portano con sé. Anche se le prime sono in sé buone, queste ultime sono migliori e più sicure perché non ci portano alla vanità. Esercitatevi dunque coraggiosamente nella mortificazione più importante, che è parte integrante dell'esercizio di ogni virtù.

Hai bisogno di mortificazione per vivere in concordia e comunione con le suore, per essere servizievole, amabile. Hai bisogno di mortificazione per pregare con raccoglimento, per lavorare con assiduità, per ubbidire con prontezza e coraggio, per mantenerti in una continua serenità d'animo. Queste occasioni non hai bisogno di cercarle; si presenteranno da sole purché tu sappia coglierle.

Un altro, importante genere di mortificazione, è sopportare in silenzio e volentieri le piccole croci che Dio ci manda: è l'amore della croce. La vita, porta con sé, di tanto in tanto, una croce più grande, ma giorno per giorno, porta piccole croci, come punture di spillo, che tuttavia tormentano e inquietano l'anima. Accogliete, a braccia aperte, Figlie mie, queste piccole croci. E’ Dio che le manda. Esse sono l'espressione della sua volontà. Amiamole quindi con tutto il cuore perché ci conducono a Dio più sicuramente delle più grandi consolazioni. E davanti alle croci più grandi che riempiono la nostra vita di dolore e di sofferenza, inginocchiatevi come Sant'Andrea esclamando: "Ave croce santa, unica mia speranza, ave!".

La migliore prova d'amore che possiamo offrire a Dio è quella di portare volentieri la croce. Non esiste un atto d'amore maggiore di questo. Come non amare la croce che ci consente di dire a Dio: Signore, tu vedi che ti amo!

Amate ogni croce, piccola o grande che sia, ed anche quella piccola croce che forse sarà per voi la morte della vostra vecchia Madre. Amate le vostre piccole croci, ognuna di esse è una preziosa reliquia della croce di Cristo e per questo bisogna stringerla con amore e portarla con santa gioia.

Le croci che Dio ci manda, piccole o grandi, sono la migliore scuola di mortificazione. Portare le croci volentieri, silenziosamente, con serenità è la mortificazione più gradita a Dio, non possiamo immaginare niente di meglio. Coraggio dunque, Figlie mie care! Dite sempre con gioia: "Ave croce santa, unica mia speranza!".

 

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